martedì 24 settembre 2013

lunedì 16 settembre 2013

Il giorno prima

Le ombre si allungano e il mio muso pure.
Il "giorno prima" è un tema presente nel mio blog, il primo post l'ho scritto poco più di 2 anni fa, la sera prima di saltare a piè pari nel mondo del lavoro. Il "giorno prima" si ripresenta, perché alla fine ce n'è sempre uno.
Domani torno a lavorare dopo un bel po' di giorni lontano. Lontanissimo.
Ritrovo la situazione (quantomeno interiore) che avevo lasciato prima di partire, prima di chiudere la porta alle spalle pronunciando: "Fanculo" a denti stretti e con tanta rabbia mista a delusione, a disillusione e a schifo. Ecco qua.
Lo schifo di tutti i giorni; ma non è tanto quello che faccio che mi fa schifo.
Sono giunto alla conclusione che non è la parte operativa a "disturbarmi", potrei impilare mattoni, tirare bulloni, lavorare al tornio o in una tintoria... il feedback dall'attività manuale sarebbe sempre quello. Applicare un metodo, compiacersi nel "creare" qualche cosa.
Quello che mi schifa sul serio è avere a che fare con la gente, a rapportarmi con tutte quelle merde con cui divido il luogo di lavoro. Quello che trovo più pesante è esattamente questo, essere costretto a rapportarmi con gente che non stimo per nulla e con la quale non voglio avere nulla in condivisione.
E' questo che mi ammazza giorno per giorno, che rende le giornate lunghe, lunghissime, che rende il lavoro un conto alla rovescia prima di stimbrare per tornare a casa il prima possibile, ma per fare cosa? Magari per annoiarmi, magari per non fare nulla, dormire alle volte, alle volte andare in palestra o suonare... tutto pur di non stare la dentro. Non in mezzo a quella gente del cazzo. Tutti tronfi ed autoreferenziati, tutti pompatissimi per un mestiere che scopro, giorno per giorno appartenere ad individui abietti, dalla scarsa intelligenza, dalla moralità rovesciata...
Ci sguazzo in questa merda conscio di due cose, primo, ho sbagliato mestiere (e lo dico, tristemente, dopo un mucchio di anni buttati via a studiare cose di cui non mi frega un cazzo), secondo, temo che l'ambientino si ripresenti con le stesse modalità in tanti e tanti altri luoghi.
La cosa mi imbarazza e mi sconforta e mi fa pensare che soluzione non ce n'è, che c'è da mangiare merda perché qualcuno ha deciso così...
Astrarmi con tutte le mie "attività" non mi basta più, forse non mi è mai bastato ma aveva creato un diversivo per un certo tempo.
Ah, gli affari di cuore sono congelati, come i miei sentimenti. Riprende piede l' autodiagnosi di "narcisista", ma infin dei conti a quello non ci credo molto neanche io perché il narcisista non soffre. Io invece sì.
Sperpero il mio stipendio in attesa del cambio di umore che generalmente giunge puntuale ed "attesissimo" con l'autunno. Dicevano che con il passare degli anni si sarebbe ridotto, avrò modo di valutare.
bentornato
charlieboy