martedì 31 gennaio 2012

Una giornata senza pretese

Non ho molto da scrivere.
La spinta dei giorni passati sembra essersi esaurita. Ora c'è la risacca.
Ho chiarito con la donna che popola i miei pensieri. E' stato uno spiegarsi bello. Sincero.
Non mi sono sentito alla sua altezza. Chissà perchè?
Ho chiamato una mia carissima amica, l'unica cui ho fatto leggere le mie cose.
Mi è venuta voglia di sentirmi dire che "sono una brava persona".
E me l'ha detto :)
E io mi sono sciolto.
charlieboy

Sotto un cielo di nebbia
che cielo non e'
e' un altro giorno insicuro
che io passo con te
E ci troviamo qua
tra lampioni e vetrine
tra pezzi di scarpe liquori e cucine

E' stato forse per noia
o per mancanza di vino
siamo usciti di casa
e andati incontro al destino
destino normale
fatto di punch e giornale
di risate spremute
e di parole taciute

E' una giornata
senza pretese
e non ci succede
una volta al mese
Stiamo qua
abbracciati
ad aspettare la sera
e se mi guardi
io non ti vedo
ma mi ricordo
del nostro amore
stiamo qua
messi qua
ad aspettare la sera

E i miei occhi
coi tuoi
vanno incontro alla strada
sui motori e le luci
brilla altera la luna
e non parliamo di niente
in questa scura pianura
L'auto va dolcemente
dentro la notte piu' scura

E' una giornata
senza pretese
e non ci succede
una volta al mese
Stiamo qua
abbracciati
ad aspettare la sera
e se mi guardi
io non ti vedo
ma mi ricordo
del nostro amore
stiamo qua
messi qua
ad aspettare la sera...



domenica 29 gennaio 2012

Me, justice and artistic carpets.

Ancora qui.
A rileggerle le cose, è chiaro che covo qualche cosa. Come era successo ai tempi.
Quando la nostalgia della ex montava su e io non sapevo ben spiegarmela.
Io non sono sincronizzato con il presente.
Le mie sensazioni arrivano scollegate dalle spiegazioni.
E' sempre così. E quando succede mi chiedo cos'è questo malumore? Quest'uggia? Questa morsa?
La spiegazione però non c'è ancora. Non dispero ma la cosa mi indispone.
Sono annoiato da questo mio modo d'essere. Ma ci provo. Cazzo se ci provo.
Però le cose si ripropongono potenti. Difficile far finta di niente. Difficile voltarsi dall'altra parte.
E quando succede allora si ripropone il mio ipertrofico "senso di giustizia", come se il mondo dovesse reggersi su questo sano principio. Ma non è così.
Però mi sembra un'ingiustizia. E allora via daccapo.
Sapere che tendo a quello (alla giustizia, ndr). O forse. Sapere che mi rifugio dietro la consolante visione della "giustizia", delle cose "giuste" quando invece c'è tutt'altro.
Sono cose puramente teoriche, pochissimo reali.
E' come sapere di aver già perso in partenza.
Perchè probabilmente è così.
Ma a me non è che mi vada poi così tanto bene.
E poi è vero che sono solo. Sempre solo. (E oggi mi pesa, ndr).
Ma io lo sono da un po' troppo. E non mi va' neanche questo.
Avrei bisogno di qualcuna, avrei bisogno di una cartina tornasole.
Avrei bisogno di legna da bruciare.
Avrei bisogno di una stufa per scaldare l'ambiente.
Avrei bisogno perchè è giusto così. Perchè siamo progettati per essere in due. Perchè molto di quello che dico e faccio è intriso di senso della giustizia.
Di cose che debbano andare correttamente.
Linearmente.
Abbastanza dritte da fare in modo che ognuno MERITI ciò che si merita.
Già.
Perchè il punto è che non credo di meritare questo.
Mi sembra che la "punizione" (tanta autocommiserazione, e me ne accorgo :) sia eccessiva.
La pena da scontare per un reato che non so se ho commesso, ma che non mi sono accorgo di commettere :)
Proprio come alla mostra di oggi pomeriggio, mi guardavo in giro e mi sono ritrovato a camminare sul morbido.
"Ma che bei tappeti!" ho pensato.
E invece erano opere d'arte (pur sempre dei tappeti, ndr).
Non se n'è accorto nessuno però :)
E il mio affilato senso di giustizia mi ha impedito di autocostituirmi.
Non l'avevo mica fatto apposta :)
Già.
Sono fatto così.
non lo faccio mica apposta.
charlieboy

venerdì 27 gennaio 2012

già... l'amore.

Altra scossa di terremoto da queste parti.
Scrivo un po', sono un po' vuoto dentro.
Decine e decine di messaggi per "discutere" con quella che popola i miei pensieri.
Solita dinamica. 
L'avevo vissuta 3 anni fa', la rivivo ora. E' evidente che è il suo "modus operandi".
E' parte di lei.
Quello che non la fa' stare bene. Quello che le fa' appendere il concetto di felicità a chiodi troppo fragili e sottili per sostenerla.
Questo è sicuro. Non è una persona contenta.
Ma è anche una di quelle che, cerca di tirarti giù con loro, di portarti allo stesso piano. Se sono scontenta io, sei scontento anche tu. Così siamo in due.
Bah. Non è proprio così funziona. O quantomeno. Non è per me che funziona.
E allora lei mi spiega il suo più recente passato e ci sta che uno vada a convivere con lei per 20 giorni.
Certo. L'ha scopata ben bene e poi se n'è levato dai coglioni.
Non discuto se lui ha fatto bene o male. Non mi interessa.
Ma io non faccio così.
Delle immense scopate, di quelle da raccontare agli amici il Venerdì sera non me n'è mai fregato un cazzo.
Eppure.
Eppure ci provo a metterci del mio. Mi pongo così come sono.
E allora la cosa non piace.
Meglio quello che dice sempre di sì. Che ti porta a fare gli aperitivi. Che ti vuole scopare.
Rispetto a chi, come me, cerca di essere così com'è perchè è chiara una cosa, non devo vendere fumo, non devo imbellettarmi. Perchè dovrei farlo? Per fare bella figura? E poi? C'ho provato a farlo.
Ma quello che sono, chi sono veramente è sempre saltato fuori. Le mie idee, il mio carattere.
E anche questa volta non si è arrivati a nulla. Al solito Lei che attacca e spara bordate e io, che non ho voglia di fare corpo a corpo, dico semplicemente come stanno le cose, per me.
Perchè così è. Perchè è chiaro che non ho ragione al 100% ma io non sono, ne posso, ne voglio, essere come tu mi vuoi.
Io sono così. Perchè così ho scelto. Perchè così sono ora.
Non va bene? 
Ma sei sicura?
Io non la voglio cambiare, ma voglio, desidero che mi ascolti, senza archiviare le cose che dico come: "moralistiche stronzate" o peggio.
Eppure lei fa' così. Io no.
Se ne accorge?
Si accorge che dietro c'è del rispetto. C'è forse amore?
Qualcosa mi fa' pensare che forse sì. Ma non puoi ricattarmi con questo per snaturare ciò che sono.
Non lo posso accettare. A 30 anni non lo faccio più.
Ho l'impressione che quello che vado cercando semplicemente non esista.
Penso che sia tutto dentro la mia testa.
Penso che sia molto difficile trovare persone con cui si riesca a parlare di cose intime, di cose che toccano sul vivo, nel modo migliore. Senza giudicare. Senza la pretesa di indicare la via. Semplicemente un qualcosa di intimo che magari risulterà "deludente" ma che è sicuramente sentito, vissuto e che può essere anche "pesante" da spiegare.
E' sempre più facile incasellare a priori. Rendere tutto organizzato e asettico come un magazzino Ikea.
Ma io so che non è così. E lo sanno anche gli altri.
Allora perchè attaccare il codice a barre?
Perchè cercare di affondare chi prova qualcosa per te?
Perchè non cercare di risolvere questi perchè?
Io l'ho fatto (senza sentirmi un eroe), ho dovuto imparare ad avere "pietà" per me stesso e di conseguenza con gli altri.
Lei questa "pietà" non ce l'ha perchè ai tempi si era e si sarebbe sacrificata per quello che probabilmente Lei ricorderà come "il mio grande amore". 
Ma quando uno è spostato, quando ci sono figli di mezzo  e quando c'è soprattutto un abuso di sostanze mi sembra chiaro che non ci sia molto spazio per l'amore.
O almeno, così mi risulta facile pensare (e forse mi sbaglio).
Ma sicuro non c'è amore quando cerchi di attaccarti a una persona per trascinarla nel baratro con te.
Lei gliel'ha temporaneamente lasciato fare.
Cristo, doveva essere innamorata alla follia.
Già. La follia.
Probabilmente pensa di aver toccato l'apice con questa storia, una vetta inviolata.
Ci pensi? Uno che lascia tutto per venire con te...
Uno che lascia tutto per venire con te cercando di distruggerti, aggiungo io.
Ma allora che sapore ha l'amore?
E' una cosa positiva?
Perchè in una storia così secondo me non c'è un cazzo di positivo.
Distruzione fisica, mentale, famigliare.
Ecco cosa ci vedo io. 
Ma forse è per questo che è una cosa tanto rara. 
Perchè lo carico di belle cose. 
Perchè l'amore è una cosa positiva!
E la gente che ho attorno sembra esserselo dimenticato!
O semplicemente.
non esiste.
charlieboy

mercoledì 25 gennaio 2012

Leggo Bukowski

Torno dal lavoro.
Mi scolo una bottiglia di Gutturnio frizzante quanto basta e fredda quanto basta.
Mi faccio uno shot di scotch whisky.
Mi chiedo se qualcuno abbia mai fatto "meglio" di Gesù Cristo.
Mi viene da piangere.
Piango.
Penso e ripenso a quella che popola  i miei desideri.
E' lì. A portata di mano, ma mi sembra lontanissima.
Leggo Bukowski.
Rileggo Bukowski.
Mi metto sotto le coperte.
E da ubriaco.
Mi viene voglia di scrivere qualcosa.
Il casino che c'ho dentro,
Quello non riuscirò mai a scriverlo.
charlieboy

sabato 21 gennaio 2012

Un post intimo?Incomprensibile?Criptico? Zen!

La diffidenza, già, la diffidenza.
Uno dei modi miei modi per combatterla è parlarne, anche facendo fatica a trovare le parole. Anche se mi sembra di parlare di niente. Anche se mi sembra di non riuscire a centrare l'obbiettivo.
A riguardo, l'argomento è sempre stato abbastanza scivolo, evanescente. E' sempre stato difficile toccare i punti più profondi. Più intimi.
Parlarne con le persone a me più vicine dovrebbe aiutarmi a raggiungere questa conoscenza. Ma poi arriva la diffidenza che si instaura nel momento in cui di certezze ce ne sono poche.
E allora com'è che è? La persona che ho davanti ha davvero capito quello che voglio dire? Riesce a capire quello che sento? Riesce a capire quello che provo?
Non lo so. Ma il dubbio è più che sufficiente a mettere distanze. Il dubbio è quello che instaura la paura. E da quella tutto ciò che, potenzialmente, si può scatenare. Compresi atteggiamenti sbagliati, aggressività, in definitiva meccanismi di autodifesa.
Quello che provo a fare è di "spogliarmi" di quest'autodifesa parlando e parlando. Cercando di non nascondere i lati che considero meno appettibili. Che mi piacciono di meno. Ma che però ci sono, sono ben presenti e, che lo voglia o no, sono parte integrante di quello che sono io.
Ho passato troppo tempo in passato a sognare di essere qualcos'altro, qualcun'altro. E poi un bel giorno apro bene gli occhi e mi scopro così come sono (lo sapevo già com'ero). Perchè avrò anche sognato di essere qualcun'altro ma così ci sono diventato per scelta mia. Questo è pacifico.
Parlare poco di certi lati del mio carattere è stata un'altra ottima strategia.
Spiegarsi poco agli altri è la via più facile per lasciare aperte tutte le strade, tutte le spiegazioni. E' così che scopro come le persone mi vedevano. E mi viene da ridere perchè da quello che mi dicono da "fuori" sembro "l'uomo di ghiaccio", quello serio, quello sicuro di se, quello che parla poco.
Dentro di me non è propriamente così. C'è un casino incredibile. E in passato, ce n'è stato anche molto di più.
E', come dicevo prima, spogliandomi degli atteggiamenti difensivi nei confronti degli altri, che mi sembra di riuscire a toccare sul vivo questo argomento.
Lo sento perchè fa' un po' male e perchè mi lascia in bocca quella sensazione di incompleto. Quella sensazione di incomprensione che si lega indossolubilmente a problemi ancora aperti. Ancora da risolvere.
Non ancora messi a fuoco completamente.
Parlarne mi aiuta. Parlarne con altre persone mi permette di avere un feedback, certo è che è un problema che devo risolvere tra me e me e che, spesso da parte dell'interlocutore c'è la tendenza a spingersi troppo in là. A dare pareri che, per quanto rispetti, si spingono troppo lontano. Che sono troppo pretenziosi.
Mi sono sentito dare dell'adolescente per questo mio atteggiamento e la cosa mi ha toccato sul vivo. Lo associo a una cosa negativa e alla voglia di ridurre ai minimi termini il fatto di essere (poco o tanto) contorto.
Come se l'età adulta si accompagnasse e si reggesse solo su saldi principi. Come se questi fossero la sola matrice da utilizzare per risolvere i propri problemi.
Io tutti questi saldi principi non li vedo in giro. Non mi sembra che la "gente" (termine estremamente impersonale :) poggi il proprio agire su principi guida che illuminano il cammino.
Mi sembra più che altro che la moda (utilizzo il termine in senso prettamente statistico) privilegi la mancanza di   "principi" e piuttosto segua concetti meno articolati come il guadagno personale (non intenso solo in senso economico), l'opportunità, la superficialità nei rapporti.
Non me ne tiro fuori, sarebbe assurdo, ma attualmente non sono così (non al 100% quantomeno). Non me ne vanto. Questo non fa' di me una persona migliore. Ma accorgersi delle differenze è, a mio avviso, una cosa sacrosanta. Sarò estremamente stupido nel dire che sono il mio peggiore nemico e la mia peggiore fonte di rottura di coglioni. Che cerco di rispettare una sorta di (non immutabile) "regolamento di condominio" in quello che faccio, nei confronti di me stesso e nei confronti degli altri.
Rispetto le leggi che io stesso ho fissato. Rispetto il protocollo che ho deciso di utilizzare.
Questo è forse semplificare? Questi sono "valori"?
Forse. Non lo so. Però mi sembra di essere intellettualmente onesto, nei confronti miei e nei confronti degli altri.
Se poi mi chiedono il perchè io sia così, bè, questo non lo so.
So che così sono sempre stato. Ho sempre avuto la fottuta tendenza a scavarmi dentro. A (auto)rompermi i coglioni.
Comunque ci voleva, mi sono sfogato. Ora sto meglio.
Non è importante che il post sia più o meno comprensibile ma avevo bisogno di scriverlo così.
Un proverbio zen dice: "Nell'istante in cui parli di una cosa, essa ti sfugge".
Nel mio caso, per questo argomento, è più vero che mai.
charlieboy

giovedì 19 gennaio 2012

E poi.. Heart and I

Serata strana. Stranissima.
Vissuta bene. In modo naturale.
Dio benedica serate così.
Esco con la tizia di cui ero "innamorato" qualche anno fa'.
Parlato. Discusso. Parlato dei sentimenti. Di quello che siamo stati l'uno per l'altro.
E' sempre strano apprendere che le sensazioni provate sono quasi sempre differenti! :)
Lei oggi ha confessato che ai tempi mi odiava.
Io no. Io al contrario. Avrei voluto provare a costruire qualcosa.
Eheheheh.. scusate ma mi viene da ridere.
Eppure me n'ero accorto che c'era qualcosa che non andava.
Indice che anche ai tempi, nonostante la confusione e tutti i vari casini, così "scemo non ero".
Mi compiaccio di riuscire ad accorgermi delle "situazioni" che una persona riesce a vivere. Che attraversa.
Ai tempi avevo messo distanza tra me e lei.
Con il senno di poi avevo fatto bene :)
Mi piace ancora.
Soprattutto la sua bocca.
Eppure sono qui. Ne parlo tranquillamente.
A prescindere da come andrà.
Accetto ogni situazione. Ogni conclusione :)
E poi esco a mangiare.
E ascolto su Mtv "Animal Instinct" dei Cranberries.
E mi viene in mente che per una fan dei Cranberries quando avevo 18 anni avevo menato un casino incredibile.
L'avevo conosciuta su un treno di ritorno dal mare e l'avevo cercata in ogni dove. Nella sua scuola. Nella sua città. Su internet. All'anagrafe del suo comune :)
L'avevo infine trovata. E non si era mai più fatta sentire.
Le donne non capiscono proprio un cazzo :)
Ehehehe.. scherzo... ma neanche così tanto...
E poi ascolto "Heart and I" di Robbie Williams.
Mi viene in mente la mia ex.
Mi viene in mente mentre passeggiavamo sulla banchina del porto turistico di La Valletta ammirando la Costa Concordia ormeggiata.
La nostra storia è affondata prima di questa nave.
Eppure me la ricordo ancora. Mentre preparavamo il riso freddo nel nostro flat affittato a Mellieha.
Comunque una vacanza indimenticabile.
Un sacco di donne che mi girano per la mente stasera.
Complice tutta la birra che ho bevuto.
Contento di aver bevuto tutta questa birra.
Contento di aver conosciuto queste donne.
Contento. Punto.
charlieboy
http://www.youtube.com/watch?v=pcgOHCO-cRQ&feature=related

martedì 17 gennaio 2012

Tales from Scotland #1

Sogno serpenti e serpenti che mordono serpenti. Dormo discretamente male ultimamente.
Nessuna sveglia alla solita maledetta ora (5.10 am, ndr) ma faccio fatica a prendere sonno. Sarà che tra notti e giorni i miei ritmi circadiani si sono incasinati. "Tanto sei giovane mi dicono..". Però oggi alle ore 2.00 pm mi sarei addormentato in un qualsiasi posto. Peccato stessi lavorando :)
Quando soffri "d'insonnia" tutto è la fotocopia di una fotocopia di una fotocopia (Fight Club, ndr)...
Quindi va' così.
Ho tanta voglia di leggere e magari fare qualcosa di utile, tipo "recensire" un libro, così per consigliare qualcosa a chi mi legge. Infin dei conti da altri blog ho rubato idee e spesso dei bei "titoli" citati nei vari post. Mi sembra il momento con di restituire il favore con qualcosa di "mio".
Prima però volevo riportare qualcosa scritto durante la trasferta che mi ha portato in terra di pecore, whisky, rugby, cornamuse, kilt, birre ale, birre stout, birre lager, haggis, irn bru, sean connery, mark knofler, paolo nutini etc...

Volo EasyJet EJW366 Milano Malpensa - Edinburgh 30.12.11
Le sensazioni positive procedono non so esattamente che tipo di consapevolezza sia però c'è, e funziona. Poco prima del decollo l'ho sentita, quella voglia di "cogliere tutte, o quasi" le opportunità che mi si presentano.
Se dovessi cercare un senso della mia vita adesso sarebbe sicuramente questa cosa qua.  Niente di straordinario ma qualcosa di difficile da fare, da mantenere con costanza. Perchè anche di questo si tratta. Di vivere una sensazione buona ma duratura nel tempo.
Mischiando Bukowski e il "motivation speech" di Al Pacino in "Any Given Sunday"  posso dire che "le possibilità sono dappertutto e che, cogliendole, ho l'opportunità di portare un po' di luce nella mia vita. Proprio quella che, non sarà una grande luce, ma la vince sulle tenebre".
E allora si che mi sembra di descrivere la definizione di completezza. Di sentirmi completo.
Di sfruttare le situazioni appieno.
Ed è proprio dalla grande consapevolezza delle situazioni, che deriva la felicità. La mia felicità.
Tutto ruota attorno alla comprensione. Alla capacità di capire. Infin dei conti pure il mio lavoro ha come pilastro questa bellissima parola.
Ecco allora che mi trovo felice, però questa volta il motivo me lo riesco a spiegare :)
Una vita a cercarli (i motivi) e poi le risposte le ho trovare sempre vicino, sempre a portata di mano.
Come riconoscerle? Hanno una forma dolce, semplice, intuitiva, disarmante.
Se fossero oggetti avrebbero una forma familiare, ne troppo morbide, ne troppo dure, metterebbero tranquillità, rilassatezza. Come una poltrona. Comoda abbastanza da rilassarti, di sostegno quando si è spossati, che si adatta a ciò che sei, senza farsi troppo notare.
Certo è che mi riferisco alla poltrona di casa, non ai sedili EasyJet.

Still on board.
E poi noto la tizia che si è seduta in parte a me. In realtà l'avevo già notata, l'avevo aiutata a sistemare il suo bagaglio a mano.
La guardo bene ed assomiglia in modo spiccicato alla ragazza del post "tachicardia". C'assomiglia proprio cazzo.
Sembra un po' troppo presa da se ma non ha un modo di fare antipatico. Sorride. Ha una bella bocca.

[post-considerazioni]
Effettivamente non era antipatica ed assomigliava così tanto alla tizia del post che volevo chiederle se fosse la sorella, o una parente (che idiota :). Per poi scoprire che non aveva nemmeno alcun lontano legame di parentela.
Incredibile come, osservandola, desse le stesse impressioni che ho avuto facendoci 4 chiacchiere.
Effettivamente un po' piena di se lo era. Giustificata dal fatto di aver preso scelte difficili. Di aver preso la strada in salita.
Italiana emigrata per motivi di studio in quel di Glasgow, si divertiva a scarobocchiare su un blocco Moleskine nuovo di zecca dei volti. Disegnava bene. Sembrava incuriosita dal vedermi scrivere. Infatti me l'ha chiesto quasi subito. Cosa scrivi? Avrei dovuto rispondere con un: "sto scrivendo un nuovo romanzo, un nuovo "conte di Montecristo". Ho detto che scrivevo di me. Per me. Del perchè lo facevo. E' sembrata comprendere tutto.
Aveva trovato il suo modo per incasellarmi :)
charlieboy

domenica 15 gennaio 2012

riconciliazione

Indeciso sino all'ultimo se scrivere o meno.
La voglia, il momento migliore ce l'ho avuto qualche ora fa' ma è passato. Anzi. L'ho lasciato passare.
C'avevo da fare giusto un paio di cose e ho colto l'occasione per fare "brainstorming".
Ovvero quella pratica, che insegnano agli anglosassoni, per sviscerare un argomento.
E' una cosa cui noi "latini" non siamo abituati. E' una cosa probabilmente neanche molto utile, ma, se presa nel modo giusto allora si dimostra valida per mettere in ordine le idee. I concetti.
E di idee ce ne sono proprio tante, che frullano nella testa. La mia famiglia, il mio significato sul senso della vita (questa è davvero pretenziosa :), le donne, gli amici, le amiche.
Alla fine scrivere mi ha aiutato (e lo sta facendo tuttora) e non poco.
Indirizzare le proprie energie verso la turbina della scrittura e non disperdele in giro, non permettere che le mie idee migliori se ne vadano via, se non prima di essere passate su carta.
Pensavo a questo stasera. Pensavo perchè ho il bisogno, l'estrema necessità di capire.
E poi mi è venuto in mente mio padre. Ricordo che qualche mese fa', in occasione del mio ultimo traguardo da universitario mi aveva confessato che, poco prima della mia presentazione, era talmente agitato che avrebbe voluto lasciare l'aula. L'ha trattenuto solo il fatto di vedermi tranquillo.
Se non lo fossi stato, probabilmente sarebbe uscito.
Bene.
Sapere che ha provato questo per me, ha fatto trasparire una dolcezza incredibile. Non avrei mai detto.
Non avrei mai pensato.
Soprattutto non avrei mai scommesso sul fatto che me l'avrebbe detto.
Una piccola cosa. Una scemenza forse.
Comunque un passo verso la riconcilazione :)
buonanotte
charlieboy

giovedì 12 gennaio 2012

Shirley Temple's Syndrome

Mi guardo attorno e sempre più spesso rimango deluso dal sesso femminile.
Già.
Il sesso femminile. Proprio quello che ho tenuto in altissima considerazione per un mucchio di anni. Quasi fosse inavvicinabile (e per certi versi lo era).
Le distanze, soprattutto mentali :), si sono ridotte. Il sesso femminile non è più inavvicinabile.
Non è più rivestito da caratteristiche esclusivamente positive.
Le donne le scopro sempre più spesso come superficiali, supponenti, incoerenti, troppo piene di se.
Sarà che l'uomo è in crisi, sarà che non ci sono più i latin lover, sarà che tra moglie e marito non si danno più del voi, sarà che l'uomo non siede più capotavola, sarà che la donna non rimane più accanto alla stufa a fare la calza e a cucinare minestre ma, la figura che emerge da tutto ciò non è esattamente idilliaca.
Certe cose, sacrosante, sono dovute, il rispetto primaditutto, la protezione, non nei confronti di un sesso "più debole" ma nei confronti delle donne è dovuta. E basta :). La capacità di capire che sì, una donna è molto probabilmente più tosta di un uomo. Primaditutto perchè partorisce, perchè sa istintivamente crescere dei figli.
Chiaro che questo discorso è di massima. e non si adatta a tutte. Però... alla maggior parte sì.
Questo per dire che non sono un maschilista o un playboy fallito.
Adoro il sesso femminile per tutta la forza e la grazia che riesce ad emanare, contemporaneamente.
Lo adoro perchè un uomo al fianco di una donna si sente utile. Si sente completo.
Perciò odio profondamente le donne che fanno le bambine prodigio, la sindrome di Shirley Temple la chiamo io. Quella sindrome che rende una donna acida, spocchiosa, supponente. Che la priva della sua naturale dolcezza e la rende una sorta di metronomo vivente, che impartisce ordini, che entra in competizione per qualsiasi cosa. Che nutre la sua autostima, mantenendola però al contempo fragile, lacrimevole ed insicura.
La stessa cosa che la fà diventare, ai miei occhi, insopportabile, zelante. La sindrome di chi si sente indispensabile. La sindrome di quella che il proprio parere lo deve dire.
E nel modo peggiore possibile.
La sindrome di quelle che finiscono per farsi scopare dal capo, da un superiore o da un collega più anziano.
Si sa mai che si riesce a fare carriera.
E poi così posso sbandierare la loro grande libertà sessuale.
La sindrome di quelle che poi, quando le responsabilità arrivano sul serio, diventano incazzose, iraconde, intrattabili.
Potevate pensarci prima! Idiote!
Le donne così non le sopporto.
Meglio rimanere soli. Meglio una vita di seghe.
Le donne così sono quelle che mi ricattano. Sono quelle che mi sminuiscono. Sono quelle che non mi accettano.
Andatevene a fare in culo.
Lo dico di gusto. E dal profondo del mio cuore.
Rimane un'idea splendida di una donna che un giorno sarà madre. Che sa capire e sa accettare.
Rimane l'idea di un uomo che sa accettare, sa capire e sa proteggere.
Essere/i consapevoli della propria incompletezza.
buonanotte
charlieboy

mercoledì 11 gennaio 2012

to reason

Ritorno a discutere sullo stesso argomento. Con la stessa persona.
Su cose che la riguardano.
E lei non discute. Rilancia. Spara a zero. Mette in discussione l'amicizia.
A questo punto mi chiedo se davvero ci sia alla base amicizia.
O qualcos'altro. Non ricambiato.
Trattandosi di uomo e donna, è la dinamica più vecchia del mondo.
Ricambiare amicizia a un qualcosa che non lo è. O forse a qualcosa che "scende di tono" sino ad arrivare ad assumere una sembianza che assomiglia all'amicizia.
Personalmente non ho idea se l'amicizia esista o meno. Segnali a riguardo ne ho avuti.
E non sono molto incoraggianti.
La mia diffidenza (costruita, abbracciata e adottata durante l'adolescenza) non rende sicuramente l'argomento facile da affrontare.
Amicizia è un gesto di fiducia verso gli altri. Si ma anche un gesto di fiducia verso se stessi.
E' peggio "pigliarlo nel culo" da una persona oppure è peggio capire di aver sbagliato?
Non è facile rispondere. Nel primo caso ci si aggrappa al "dovevo sospettarlo" nel secondo caso c'è poco da aggrapparsi perchè una soluzione è sempre possibile. C'è da sapere analizzare le cose. C'è da saper chiedere scusa.
Io non sono particolarmente bravo nei rapporti umani (non mi crogiolo dicendolo) ma sicuramente sono migliorato in questi ultimi anni. Sono migliorato perchè c'è stata una revisione critica di quello che sono io. Ci sono stati un mucchio di perchè e tanti tentativi di rispondere.
C'è stata, e c'è la volonta' di imparare ad argomentare, a discutere.
Cosa che purtroppo non ho avuto d'esempio in casa. Mio padre rinchiuso nei suoi silenzi. Mia madre a macinare parole e vittimismo. Mia sorella a spada sguainata a difendere le sue posizioni e io che facevo tutto in punta di piedi, pensando che sbilanciarmi potesse portare chissà quale catastrofica conclusione.
E' così che ho passato la mia adolescenza, periodo difficile, e che oltretutto non ricordo nemmeno volentieri, proprio per queste continue tensioni, questi ciclici conflitti, che si esacerbavano alla domenica (ad orario di pranzo, puntuali come un orologio), silenzi, rancori. Lì hanno attecchito tante cose, che sto cercando di lavarmi via, lì è nata la paura della discussione, del parlare, dello spiegarsi.
Incosapevolmente gli ho attribuito solo un parere negativo, quando invece è tutt'altro. E' momento di crescita. Scambio. Soluzione. Distensione. Pace.
Queste cose le ho imparate dopo. Per questo ci credo così profondamente.
Per questo mi ferisce non riuscire ad argomentare con una persona che, forse a torto, definisco amica.
Quotidianamente, senza che succeda nulla di strano, mi sembra che questi piccoli particolari scartavetrino la superficie del mio cuore.  Ne esita un dolore sordo, non ben definito, non forte e non ben localizzato.
Un compagno di viaggio discreto. Che pretende risposte.
che pretende attenzione.
charlieboy

martedì 10 gennaio 2012

The way it is

Domani lavoro. Non ne ho nessunissima voglia.
Domani cambio ambito lavorativo.
Mi sposto di poco. Ma mi sposto.
Non ne ho molta voglia ma so che mi farà bene.
E poi, tra qualche mese, cambierò ancora.
E so che mi farà bene anche allora.
Turnare significa anche questo.
Prendere le misure con un posto.
E poi cambiare.
Prenderle con un altro.
E poi cambiare ancora.
L'unico comune denominatore sarò io.
Nulla di più.
E con tutto quello che significa.
Fare esperienza.
E cercare di farla fruttare.
Stimolarsi.
Studiare.
Cercare.
Arrabbattarsi.
Non fermarsi.
Non sedersi.
Adesso che avrei voglia di scappare, di viaggiare, di vivere una vacanza lunga, bella, calda e spensierata mi ritrovo invece a dover fare l'esatto opposto.
Cercare di riordinare le idee.
Nuove motivazioni. (Anche quelle vecchie sono sufficienti :)
Cercare di affrontare queste sensazioni opposte.
Sfidarsi.
Un'altra volta.
avrei bisogno di essere abbracciato.
adesso
charlieboy

P.s.
Cercare di essere sereno per più di 15 giorni ogni 5/6 mesi.
Ci provo.
Cazzo ci provo.

http://www.youtube.com/watch?v=GlRQjzltaMQ&feature=related

domenica 8 gennaio 2012

La cena. Il ritorno. Il lavoro di domenica.

[from working place]
Desiderio di scrivere.
Sì vabbè c'è carta e penna ma avevo bisogno di battere sui tasti. Di avere una connessione internet.
Ultimamente a casa mia latita e mi manca tanto.
Ci si accorge delle dipendenze quando le cose cominciano a mancare.
Ieri sera cena dalla splendida sorella e dalla sua splendida famiglia. Sto sempre bene lì in mezzo.
E mi accorgo di aver costruito quasi inconsapevolmente un bel rapporto con suo marito.
Che conosco da un sacco di tempo e con il quale il rapporto, le visioni reciproche, l'opinione è cambiata, si è modificata nel tempo. Ha preso forme nuove sino ad oggi. Sino ad arrivare ad una conoscenza rispettosamente profonda. Sino ad arrivare a parlare, rispettosamente, delle dinamiche più profonde, specie in contesti familiari. Io mi sono aperto con mia sorella e, indirettamente, con lui. Lui si è fatto conoscere sotto questo profilo che penso viva con estremo pudore, intimità.
Penso che siano questo tipo di esperienze quelle che uniscono e saldano in maniera marcata un rapporto di coppia, un matrimonio.
Infin dei conti, special modo all'inzio hanno trovato la strada in salita e, affrontandoli da soli i problemi, probabilmente hanno imparato a "trovarsi un ruolo", una posizione, in quei momenti.
E' estremamente bello, confortante sapere che un rapporto del genere esiste, che è possibile! :)
La base è la più banale, la più ovvia, ma mai la più scontata: l'amore.
Già tra mia sorella e sua marito c'è amore e questo si vede tra di loro e si vede con i figli (splendidi).
Questo non impedisce e non impedirà errori, sbagli o incomprensioni, ma, entrando in quella casa non si può fare altro che notare la sensazione di benessere, di tranquillità, di calore che ti riveste come fosse un cappotto.
E' questa la cartina tornasole, è questa la cosa che mi fa' capire che non c'è finzione, che non è una cosa "costruita".
Di ritorno verso la mia casetta in canadà, è partito automaticamente il mio arcinoto "stream of consciousness" risvegliato dalla radio, da certi  pezzi che sembrano messi lì non a caso.
Ho ripensato intesamente a un periodo "buio", quello di 10 anni fa', al contesto, alle persone, alla sensazione di smarrimento, di solitudine, e alla mia difficile ricerca di risposte.
Quelle sarebbero arrivate.
10 anni dopo.
charlieboy

(mi hanno già procurato una mattinata di lavoro. Meglio che vada.
a Voi: buonadomenica :)

sabato 7 gennaio 2012

Updating #1

[from working place]
La revisione degli appunti non è ancora avvenuta. E' un lavoro mica indifferente :) Una discretissima legnata.
C'è da averne voglia. E per ora non è ancora capitato. Però qualcosa di buono l'ho scritto. Cavalcando questa fase, che mi fa' stare bene e che spero duri. La durata è dipendente dalla solidità delle basi... o della testardaggine. E quella, nel bene e nel male, non mi manca.
A parte ciò sul lavoro e anche fuori, un mare di domande. Mi sembra di aver scelto la strada che mi porta a farmene un sacco. A vederle tutte insieme viene un po' di sconforto. Ma poco da dire, sono fatto così ed ho un sacco di tempo per provare a rispondere.
A breve mi attivo. Ritorno in ballo dopo i giorni di ferie. La sento la tensione, l'eccitazione. Quella cosa che un collega molto più esperto ha sintetizzato nella frase: "Guai se non ci fosse!".
vi auguro buonanotte
charlieboy

P.s. Che poi magari mi viene ancora voglia di scrivere...

martedì 3 gennaio 2012

Hogmanay days

Giusto il tempo di uscire di casa con un trolley...ed è arrivato subito il momento di rimetterci piede.
Quando si sta bene il tempo vola. Quando si riescono a fare 2000 km e rotti in poco più di due ore allora il tempo vola davvero.
Stamattina mi sono svegliato con il sole di Glasgow che mi baciava in fronte , ho visto poi la pioggia, le pecore su un prato verdissimo e un magnifico abbozzo di arcobaleno e la sera la passo invece nella mia casetta in canadà. Lontano dalla mia breve (e intensa) vacanza!
E' stato molto molto bello! Primaditutto per la compagnia, F. è una persona speciale, io lo sono stato per lei e adesso, lo sono in un modo diverso.
Lei è il classico esempio di persona che ha trovato se stessa, e la felicità, lontano da qui, in un posto dove tutto è un po' più complicato, sarà per la strada che ha scelto, il lavoro, la lingua, le difficoltà di tutti i giorni ma l'impressione è che cercasse di mettersi alla prova anche in questo modo.
E' una persona così, che non si è mai lasciata in pace, che si è sempre sfidata, anche nelle cose più assurde (ricordo che certe volte l'avrei strozzata!) però una sua logica l'ha sempre avuta ed ha accumulato una serie di sfide con se stessa sempre più grandi... insomma.. step by step è arrivata alla serenità. E ' arrivata a capirsi profondamente. Ad accettarsi profondamente.
Ne parlavamo giusto stamattina, in uno di quei momenti che succede (forse) una volta all'anno, dove ci si cerca per fare due chiacchiere così, senza pretese, ma solo per spiegarsi il  "perchè sono contento/a di essere qui".
Allora tutto prende forma. E lì che ritrovo, sempre di più, una persona che capisco profondamente. E capire, alla fine mi sembra la base di tutto, in special modo di quello che porta alla felicità, alla serenità.
[Ho scritto qualcosa a riguardo in questi giorni, ma necessita di essere riorganizzato :), ndr]
Lei è sempre stata estremamente inquieta da questo punto di vista, si è sempre dimenata per trovare la strada, la soluzione. Io ho invece aspettato che le cose mi piovessero più o meno addosso.
Atteggiamento radicalmente differente per un problema comune. Con le dovute differenze ci siamo trovati a metà strada, lei ora si accetta molto di più, io ho imparato ad essere sempre più attivo.
Il suo dimenarsi l'ha portata a vivere (e a trovare la felicità) a Glasgow, il mio attivarmi mi porta a cercare una soluzione. A cercare nuovi punti di vista. Il blog è un ottimo esempio. Diagnosi e trattamento in un colpo solo :)
Il cambiamento di cui sono più soddisfatto è che non la invidio più.
E lo dico con una soddisfazione MOSTRUOSA!!! :)
E' una sensazione che ho sempre odiato, non solo nei suoi confronti, ma nei confronti di chiunque. E deriva da un mix mortale di: senso di inferiorità e fallita comprensione di ciò che è quella persona.
A ben vedere, in tutte le persone che "disprezzo" riconosco quest'ultima caratteristica: la mancata comprensione di ciò che esse sono. Mancata comprensione e paura di quello che posso trovare se cambiassi idea. Compresa la non remota possibilità di mostrare "benevolenza" ed essere preso a calci nel culo.
E per capire questa banalità c'ho messo un sacco di tempo :)
a presto con i post riveduti e corretti dalla Scozia.
charlieboy