giovedì 17 gennaio 2013

Martinez Vs Chavez Jr

Ma no ma no.
Tutto da rifare.
Solo che non ne ho voglia.
Il filone:"Le memorie di un depresso" ..ritorna.
Sai che gioia poterne scrivere!
Il vuoto dentro.
Il vuoto fuori.
Un senso di vuoto proprio lì, in fondo alla gola.
Prima non ci pensavo, non me ne accorgevo neanche. Era la mia normalità.
Poi invece la reazione, provare a capire, spiegarsi il perchè del vuoto, di questa cosa che non ce la fa nemmeno ad avvicinarsi al concetto di dolore.
Adesso invece di reagire non se ne parla.
Ammetto che sono così e che forse non serve a molto scalciare o provare a cambiare, perchè per quanta strada possa avere fatto ritorno sempre qui.
Ci sarà un motivo?
Già. E il solo pensarci mi mette tristezza.
E mi mette ancor più tristezza sapere che ritornerà ancora e poi ancora e poi ancora.
Perchè la mia deriva mi porta ad arrivare qua e io non ho voglia ogni volta di rifare tutto daccapo.
Ricominciare ogni volta, per ogni piccolo dettaglio, per una delusione o per un cambio di stagione.
All'idea di provare a scrollarmi tutto di dosso spunta la sensatissima domanda: "Perchè mai? Tanto ritornerebbe prima o poi".
Ho provato a scavare dentro di me, a cercare nel mio passato, nel mio presente e nel mio futuro per cercare una soluzione. Per cambiare davvero.
Ma niente. Tutto torna.
Qualcuno se la spiega con certi livelli di certi neuromediatori, qualcun'altro dice che è la famiglia, l'educazione, la pressione sociale, il lavoro oppure qualcun'altro laconico grugnisce un: "che ti lamenti a fare?".
Il solito. Al solito.
Mentre lascio l'impronta sul divano mi guardo Martinez Vs Chavez Jr.
ma già lo so come finirà
charlieboy

domenica 6 gennaio 2013

Il diritto alla felicità

Ricordo di averlo pensato e di averlo detto, ad alta voce, in presenza di testimoni: "penso di avere il diritto ad essere felice".
A ben vedere questo "diritto"
non esiste
charlieboy


Ma proprio sulla felicità, parola proibita, che non dovrebbe essere mai pronunciata, l'Illuminismo ha fatto il suo più grave e definitivo errore psicologico, una sorta di "norma di chiusura", per dirla come lo Zietelmann, che blinda il sistema nella sua paranoia. Ha proclamato il "diritto alla felicità".
Per la verità non è arrivato a tanto, ha sancito "il diritto alla ricerca della felicià" (pursuit of happiness), come sta scritto nella Dichiarazione di Indipendenza americana (1776). Ma a livello di massa questo è stato introiettato com e un diritto a essere felici.
Pensare che l'uomo abbia un "diritto alla felicità" significa renderlo, ipso facto e per ciò stesso, infelice. La sapienza antica era consapevole che la vita è innanzi tutto fatica e dolore, per cui tutto ciò che vi sfugge è grasso che cola.
"La vita oscilla fra noia e dolore" può affermarlo solo Schopenhauer, rentier già corrotto dal benessere. Per ribaltare ancora la battuta di Mefistofele: l'uomo occidentale volendo e cercando ossessivamente il Bene, anzi il Meglio, si è creato con le sue stesse mani, il meccanismo perfetto e infallibile dell'infelicità.
Ma questo cappio, questo nodo scorsoio, non ci siamo accontentati di stringerlo interno al nostro collo. Lo abbiamo esportato, e continuiamo ad esportarlo, con coerenza omicida, nell'universo mondo. Nulla deve rimanere "altro da noi".
- Massimo Fini "Sudditi" ed. Marsilio -