martedì 28 febbraio 2012

angry birds

[from working place]
cazzo sto turno non finisce più.
Bevuto un mucchio di caffè.. complice l'incazzatura sarei pronto a caricare a testa bassa, e ad abbattere, una piccola costruzione in muratura.
Penso di avere la testa abbastanza dura per riuscirci.
Ma tutta sta rabbia che monta su e mi acceca, bè, questo è un bel problema.. perchè quando succede così l'istinto non è di tagliare i rami secchi... ma di disboscare qualche ettaro di terreno :)
Insomma.. sempre un casino.
Mi fanno un piccolo sgarro.. e io rispondo con un colpo di bazooka.
Non è da gran da signori ma descrive abbastanza bene questa mia fottuta tendenza.
Perchè è chiaro che se tutta sta rabbia me la tengo dentro prima o poi mi si perforano i visceri, mi viene una colica biliare, un'ulcera duodenale, una gastrite o peggio i didimi si potrebbero gonfiare sino ad assumere dimensioni spettacolari.
Però intanto questo cazzo di turno
non finisce
charlieboy

lunedì 27 febbraio 2012

babooshka

[from the park. in a sunny day]
Con i libri mi succede spesso così. Iniziarli. Abbandonarli. Riprenderli. E ricordarmi esattamente a che punto li avevo lasciati.
Ero lì, arenato nella lettura di questo bel libro che ho inziato quest'estate. Durante la mia prima (e finora unica) vacanza in barca.
E' letteratura di viaggio, una via di mezzo tra una lonely planet e un divertente diario "in vespa" scritto, diretto e guidato da Giorgio Bettinelli. Personaggio incredibile il Giorgio. Se n'è già andato ma sono convinto che abbia vissuto la sua vita nel modo che più desiderava, trovando la sua strada anzi, percorrendola.
Strada fatta da decine di migliaia di km.
Il libro si legge bene, il Giorgio, prima di essere "vespista" è stato attore, musicista, dottore in lettere.
Adoro questa complessità, mi piace quando si mostra in tutti quegli esseri umani che hanno l'abilità di utilizzarla per creare qualcosa di speciale.
Siamo troppo complessi per fare una cosa. Per farcene bastare una sola!
Trovo commuovente il modo in cui il Giorgio descrive il suo viaggio (Roma-Saigon) in vespa. Un viaggio a tappe, dove ogni tappa è una piccola babooshka che, insieme alle altre, comporrà il viaggio finale.
Ma quello di cui ci si accorge subito è che qui la singola unità è ben più importante dell'intero viaggio. Il libro, se non per qualche rimando, può essere cominciato da pagina 1 come da pagina 80, non importa. In ogni tappa si ritroveranno le sensazioni, le aspettative ed il vissuto di quelle giornate. E il suo viaggio, come la vita, riserva tutto ciò che di umano è possibile. Gioia, tristezza, noia, felicità...
Le emozioni si mischiano, si shakera il tutto ed il cocktail è servito. Il gusto cambia di volta in volta diventando spesso agrodolce.
"Kali nikta.. le dico dando fondo a tutto il mio greco; lei sorride e mi manda un  bacio scanzonato sulla punta delle dita, prima di chiudersi la porta n° 11 alle spalle.
Fino a tardi non riesco ad addormentarmi, rigirandomi in continuazione nelle lenzuola non pulitissime della Ringo Guest House. Ripenso a Ellis e alla Cappadocia, mi rivedo abbracciato a Elektra sotto il tavolo..."
qualche pagina dopo
"Prima di sera ho già sbirciato sui registri di altre nove guest house con i pretesti più diversi e in pressochè tutte le zone della città, ma di Elektra neanche l'ombra.
Nei venti giorni che seguiranno, dopo aver condiviso l'allegria e l'entusiasmo della festa del Divali, senza smettere di cercarla tra la folla; dopo essere salito sulla groppa di un paio di elefanti nei dintorni dell'Amber Fort e aver mancato di qualche giorno la fiera dei cammelli a Pushkar; dopo aver passato la città di Udaipur con lo splendido palazzo che si affaccia sul lago ed  essermi lasciato sfiorare dall'atmosfera mistica di Ujjain, una delle città sante dell'India, la incrocerò per poche frazioni di secondo e vedrò il suo viso sfrecciare dietro i finestrini di un autobus che corre nella direzione contraria: e di Elektra Dimitropolous non ci sarà più traccia nel resto della mia vita, perlomeno di questa vita."
Ci vuole coraggio no?
Ce ne vuole eccome per vivere così un addio. Con una triste serenità.
Perchè la vita è anche così, piangere e ridere nello stesso tempo.
Ciao Giorgio
con l'augurio di ritrovare la tua Elektra
con l'augurio di vivere le occasioni perdute
charlieboy

sabato 25 febbraio 2012

passepartout

Destabilizzato. Scompensato. Con ridotta riserva funzionale. :)
Cerco strategie d'uscita e come succede anche a mia sorella.. la strategia d'uscita risulta sempre fantasiosa ed esotica. Come se fosse troppo doloroso guardare qua. Piantare lo sguardo nel presente. Ma fosse semplice, molto più semplice salpare per il mare dei caraibi per avventure alla Emilio Salgari.
Arte. Una vita d'arte. A contemplare il gusto o il senso del bello. Il cinema forse? Il teatro?
Mah.. non lo so. Penso tutto meno a quello che faccio. Meno a quello che vivo giorno per giorno e che, di rimando mi da da vivere.
Dubbioso.. ma con quel bastardissimo filo di speranza in fondo al cuore. Come se un giorno tutto dovesse cambiare e questa sensazione scomparire.
Ma chi lo dice? Il finale non è mica stato scritto. Per ora le cose sono queste, e il mio personale metodo per valutarle è estraniarmi come se facesse troppo male vederle, viverle, accettarle o provare a cambiarle...
Cristo santo mi ricordavo perfettamente di una puntata di "passepartout" di 10 anni fa' (vista oggi in replica) e non ricordo cos'ho fatto ieri al lavoro...
imbarazzante
http://www.youtube.com/watch?v=4QPOYtDB5Kw
è il momento più importante della tua vita. lo perdi perchè sei altrove! (cit.)
charlieboy

claudicatio intermittens

In equilibrio? Era vero. Ora boh...
Ma com'è che si fa' a vivere una vita interiore normale?
Dov'è che si impara? Dov'è che c'è scritto?
Le istruzioni in che lingua sono scritte?
Facile o difficile non importa. Gradirei saperlo, tutto qua.
Per evitare di andare a singhiozzo.
Cioè come sono sempre andato.
Basta poco. Qualche pensiero, un alito di vento, per destabilizzare ciò che c'era.
Iniziare a zoppicare quando il passo si stava facendo deciso.
Stabilità!?
Vabbè.
Di nuovo.
daccapo :)
charlieboy

venerdì 24 febbraio 2012

iceberg

Lavoro. E poi acqua tonica. E poi teatro. E poi birra. E poi panini. E poi a letto.
La giornata è stata abbastanza lunga così :)
E' iniziata con la mia fottuta attività cervellotica, di pensare e rimuginare... rimuginare.. rimuginare...
E finisce con il pensare.. con lo spiegarmi un po' di cose.
Il blog infin dei conti nasce e prosegue con quello scopo :)
Farmi compagnia.. fotografare certi stati d'animo che magari sono miei e basta ma magari invece sono un po' più trasversali rispetto a quel che penso (o che mi fa comodo pensare).
E mi viene in mente alla fine siamo un po' come degli iceberg. Piccola parte visibile in superficie, una parte nascosta ed invisibile ed enorme sotto il pelo dell'acqua. Sotto il monterozzo d'acqua ghiacciata che affiora si può nascondere un qualcosa di grande, di ingombrante, di sconosciuto.
E alla fine è così che facciamo, passiamo una vita sul monterozzo a cercare di capire quant'è fondo l'abisso.
A cercare di capire che forma abbiamo sotto, nell'intimo.
Quella forma che affiora ed appare solo di rado, in certe situazioni, quella forma che per troppo sensibilità può diventare un'ossessione. Quella forma che per razionalità o disinteressa può essere semplicemente un qualcosa di più, che non viene preso in considerazione proprio perchè di scarsa importanza.
Personalmente penso che la forma subacquea abbia importanza eccome.
E che non sia per nulla casuale, ma levigata da esperienze, dalla famiglia, dal carattere che inevitabilmente si seleziona.
Esattamente come la parte subacquea di un iceberg viene levigata in continuo dalle correnti.
Correlazioni romantiche, d'accordo... però mi sembra davvero sia così.
Se guardiamo solo le cose che affiorano siamo davvero poca cosa. Siamo davvero poco interessanti.
Anzi, peggio ancora, ognuno/a può vendersi per ciò che vuole.
Ma se guardiamo le cose sott'acqua allora si delineano i limiti, i confini.
Quello che è realmente una persona.
E' così che mi voglio far conoscere io.
E così che voglio conoscere le persone.
Non ne troverò molte, lo so. Ma accetto il rischio.
Pronto per la battaglia.
un'altra volta
charlieboy

giovedì 23 febbraio 2012

Magic Afternoon

Lavor notturno. Smonto. Riposo.
Poi mi viene l'idea che potrei ritornare al boxing club. Sono passati 4 mesi dalla frattura.
Più che sufficiente per sistemarsi. Per allargare il giro-vita :)
Sempre bello. E' difficile smetterla con il pugilato.
Ai pugni ci si affeziona.
Ritorno verso casa. Ipod nelle orecchie.
Passa un pezzo a me molto caro (Mr.Brightside-The killers, ndr].
Cammino in prossimità della sua casa.
Mi viene in mente.
Allungo il passo.
Mi sento toccare la spalla.
E' lei!
Contento. Agitato.
Facciamo due chiacchiere. La accompagno per spese.
Parliamo e parliamo. Nominiamo (parlandone non proprio in toni entusiastici una collega).
Appare per strada.
Si ferma, ci saluta, ipocrisia.
Finiamo a farci l'aperitivo insieme.
Ustis... non ci voleva.
Nomino un'altro tizio.. appare dietro la vetrata del locale.
Serata magica... appena apro bocca appaiono persone.
Avrei voglia di parlare, di essere ascoltato.
Di un abbraccio cristo!
Niente.
Mangiamo insieme.
Si parla e si riparla.
Stasera sono inquieto. Vorrei parlare io.
Esporre le mie convinzioni.
Stasera ho bisogno.
E invece ritorno su cose che pensavo già superate e che invece... di tanto in tanto ritornano.
Sorrido e chiedo "scusa".
E' vero. E' sbagliato pensarla così.
Sono stato bene.
A casa riprendo in mano il MusicMan StingRay 5 corde.
Meraviglioso strumento.
Mi è venuta nostalgia della musica.
Sono troppo complicato/complesso per fare una sola cosa.
A concentrarmi solo sul lavoro e su qualsiasi altra cosa proprio non ce la faccio.
Sarò casinaro ma mi piace così.
Stasera avevo bisogno di essere "compreso" e mi sono trovato a "spiegarmi" invece.
Ottima cosa dire :)
giornata magica!
charlieboy

sabato 18 febbraio 2012

in equilibrio

E' come se avessi imparato a vivere tutto in un momento.
O per meglio dire è come se avessi imparato a gestire il concetto di "vivere" tutto in un momento.
Ma la realtà è che la rincorsa è stata lunghissima.
Se posso dirlo, e posso dirlo :).. mi sento in equilibrio.
Un equilibrio voluto, cercato, tentato, provato e forse .. trovato.
Anzi, trovato di sicuro, almeno per adesso.
Ho l'impressione di aver fatto un passo in più. E come ogni passo, come ogni spostamento porta con se rinunce, rimpianti, errori, sottostime e sovrastime. Insomma, si va per tentativi.
Non sono qui a spiegarvela, a dirvi come si fa', come si deve fare o cosa bisogna fare.. sono qui a dirvelo e basta, per condividere questa mia piccola (e grande) gioia.
Me ne accorgo quand'è così, è già successo di sentirmi "a posto" o per meglio dire "bene" con me stesso.Ma poi scatta qualcosa e arriva la voglia di andare avanti, sempre avanti, come in un quiz a premi dove al premio finale non c'arrivi mai perchè rilanci sempre, perchè cerchi di spostare il limite un po' più in là, un po' più in alto, per cercare di arrivare vicino a quello che pensi di poter fare, a quello che pensi di valere. Però quando il limite si sposta me ne accorgo e provo.... compiacimento? forse. Più di tutto la felicità di esserci riuscito. Un'altra volta.
Nessun superpotere, nessuna acquisizione magica. Solo la consapevolezza che sono un po' migliore di quello che ero un anno fa'. Che mi conosco di più. Che sono cresciuto.
E questo grazie (e per mezzo) di tutto quello che c'è stato nella scorsa annata. Il 2011 è stato comunque importante. Straordinario per certi aspetti.
Straordinario per la consapevolezza accumulata.
Ritornando a discorsi meno intimi, bè, lavoro parecchio e mi stanco parecchio. La donna popolante i miei sogni ogni tanto c'è, ogni tanto no. Fa' così, l'ha sempre fatto. E' parecchio inquieta. Non ha ben in mente cosa vuole. E poi ci sono troppi cromosomi Y che la circondano. Doso la disponibilità e la presenza, con i fatti miei. Chiamiamola strategia?
Forse no.
E' così che mi viene,
naturalmente.
charlieboy

lunedì 13 febbraio 2012

dove abita la verità

Arriva sempre il momento dove butterei via tutto.
Dove ripeto e mi ripeto che non mi frega un cazzo di niente.
Che l'unica cosa mi frega è quella di stare bene. Di fottermene. Anzi di fottere e di scopare.
Solo quello. Scopare e basta. Senza nulla per la testa.
Fanculo il resto. Fanculo a tutto quello che ho creato e che non riesco a riconoscere.
Mi sembra di esserci nato in certe situazioni e invece mi sono dovuto sbattere parecchio per arrivarci.
Ma una volta arrivato si aprivano altre parentesi.
E via così.
Nuovi pensieri.
Un perpetuarsi di insoddisfazione e di stronzate.
Fare il punto della situazione è dovuto.
Sacrosanto.
Sapere a che punto si è.
Valutarsi.
Per quello che si è.
Difficile assai mi viene da dire. Ma necessario.
Utile.
Dovrei bere meno. Dovrei fare più attività fisica.
Dovrei studiare di più. Dovrei leggere di più.
Dovrei fidarmi di più.
Dovrei uscire dai binari del routinario modo di pensare.
Adesso che sono sul vivo, che tocco le terminazioni nervose scoperte. è tutto più complicato.
Mi hanno scritto una lettera.
Me l'ha scritta una persona che stimo. Verso cui provo affetto, ammirazione.
Le ho fatto leggere le "mie cose".
Non era mai successo, o almeno, non era mai successo che le leggesse una persona che mi conosce.
Mi ha risposto con una lettera.
E' stato un bellissimo gesto.
Ha scritto delle cose belle, ma più che belle, vere. Concrete.
Reali.
Questo non me lo scordo. di sicuro.
"Vivere la vita è una guerra continua, a volte siamo dei fanti, a volte dei bravi generali. Non diffidare troppo delle donne, loro sanno amare, più degli uomini, come mamme, come donne, come figlie. Ama  le tue esperienze nel bello e nel brutto, tutto questo è vita."
E di fronte alle sue parole, al suo concetto di vita (che reputo estremamente vero) mi sono scese le lacrime.
Non era mai successo di fronte a lei.
Mi sono sentito profondamente compreso.
ho sentito il morso della speranza.
charlieboy

mercoledì 8 febbraio 2012

Diplopia

L'impressione che ho è che tutta questa morale non serva a un cazzo.
Io sono fatto così e questo non mi arroga meriti, premi o possibilità.
Sono fatto così e basta. Che piaccia o meno. Che mi porti qualcosa o no.
Non importa.
Eppure ci penso e ci penso.
Ci penso e penso che vorrei essere così, come quello, come quell'altro.
Eppuire mi vedo e vedo uno che ha sempre scopato poco.
Che, purtroppo o perfortuna, è stato granitico con le esperienze.
Che, per stupidtà e coerenza, ha tirato avanti. Sempre avanti. Sempre avanti a testa bassa.
E poi arriva una mattina e mi sembra di riuscire a vedermi da fuori.
Sono sempre i sentimenti che riescono a darmi questo punto di vista.
Sentimenti che non sono ricambiati. E non lo dico per chissà quale superstizione.
Ma lo dico perchè non sono stupido.
Peccato. Però.
Avanti. Però.
Bisogna andare avanti. Strisciare il mio cuore sul selciato e via.
E' così che si invecchia.
E' così che si spremono i sentimenti. I giorni. La vita.
Fino ad arrivare alla polpa.
Alla cosa che serve davvero.
Alle cose da credere.
Da raccontare.
Lei è qui ed è una strana sensazione quella di riuscire a spiegarmi per quello che sono.
Senza vendere prodotti o progetti.
Così. E basta.
Per ora è più che sufficiente.
Sono qui.
Se vuoi.
vieni a prendermi
charlieboy

P.s.
scritto senza essere riuscito a mettere a fuoco lo schermo una votla! :)

lunedì 6 febbraio 2012

Marzullianamente "di mattino" alla fine del turno di notte (avendo dormito peraltro poco).

Il titolo del post ricorda un po' i film della Wertmuller.
Però una sola precisazione.
Tutta quell'uggia dei giorni passati. Bè, mi sembra di aver capito da dove arrivava.
Erano tutte le parole che non ci eravamo detti (io e lei). Ma soprattutto quelle che non avevo detto io.
Tanti pensieri che pensavo pensati da altri e che invece pensavo solo io.
Evidentemente.
L'ingerenza di quello che penso che gli altri pensino è finalmente messa in discussione e poi diciamolo:
ha rotto i coglioni.
Voglia di dare una possibilità a questa sensazione nuova che ho sempre visto con diffidenza, ma che forse.. così sbagliata non sembra. Tutt'altro. Lei ne è un ottimo interprete e.. funziona parecchio bene.
58 minuti alla fine del turno.
E differenza di quello che si possa pensare.
l'ho lavorato quasi tutto
charlieboy

Marzullianamente "di notte".

[from working place]
Orario osceno. Indecente.
Quando si lavora di notte succede anche così.
Quando si bevono 3 caffè in rapida sequenza.. bè, ho la sensazione di riuscire a costruire una casa in un quarto d'ora. Poco più.
Me ne servirebbero una quarantina però per riuscire a sistemare casa mia. C'è un casino che dovrò archiviare al più presto.
Mi sto ricaricando in questo periodo. Mi sento piuttosto lucido e questa è sempre cosa buona e giusta.
Qualche idea per la mente. Soprattutto per il tempo che non passo sul lavoro.
Fa' freddo. Tanto freddo.
La donna popolante i miei sogni è lì.
Ho l'impressione che dovrò aspettare. Qualcosa ancor mi sfugge.
Vedremo.
riposatevi
charlieboy