mercoledì 7 maggio 2014

dica 33

Appunti scritti sull'ultima pagina di un libro di Giorgio Scerbanenco.

Un viaggio in treno me lo concedo almeno una volta l'anno, rientra nella mia gestione dei mezzi di locomozione.
Lo "affronto" sempre in questo periodo. Occasione per mettere in fila gli anni (non lo facessi già abbastanza), per vedere cos'è cambiato da quando  ho iniziato a frequentare, 14 anni fa', questa stessa tratta, quando il treno era il mezzo che prendevo con più frequenza.
La bassa è sempre la stessa, piatta e monotona ma anche bellissima.
Come oggi.
Con i suoi centri logistici, le rotonde, i supermercati e i capannoni.
Ma anche con il suo cielo azzurro, la terra gialla e i campi coltivati.
E' bellissima nei suoi paesini e nelle sue frazioni insignificanti, dove posso sentire l'odore della casa di mia nonna, dove dimora quel senso di pudore antico e potente dove il senso del dovere si misurava con lo spessore dei calli sulle mani.
La littorina diesel procede sorniona, i sedili di vinile gli donano un tocco molto '60s e ho l'impressione che da un momento all'altro debba salire una comitiva di suore vestite come nei film di Fellini o di trovarmi all'interno di una canzone di Paolo Conte.
La lentezza del "viaggio" mi aiuta a ritrovare tutti i pensieri che ho depositato sulle rotaie anni prima, così al posto delle stazione ritrovo le "mie stazioni".
I pensieri pensati l'anno prima o prima ancora, quando avevo altre cose da fare.
Quando ero un'altra persona.
Viaggio nel tempo e lo faccio ad una velocità di 50 km/h con dei consumi (credo) piuttosto contenuti.
Il viaggio, il giorno, il rumore della littorina e i miei pensieri mi aiutano a fare pace con me stesso.
L'ennesima volta.
L'ennesima volta che mi rialzo dopo giorni passati in posizione più orizzantale che verticale, a sprecare tutto il tempo avuto a disposizione.
Sono lento nel rialzarmi.
Sono lento nel riabilitarmi.
Sono lento nel farmene una ragione. Perchè succederà ancora.
Così faccio salire i pensieri pensati gli anni prima e deposito questi sui binari.
Prima o poi,
ritroveranno la strada di casa
charlieboy