domenica 6 luglio 2014

mare profumo di mare

L'acqua del mare è fredda ma trattengo il fiato e mi tuffo. Silenzio. Poi la temperatura si fa accettabile e mano a mano gradevole.
Nuoto un po'. Ritorno verso riva. Verso la coppia di amici con figlio al seguito.
Li guardo e valuto come l'esistenza possa cambiare in modo così totale.
L'odore del mare mi riempie il naso, mi asciugo gli occhi ed è allora che mi sorprende. Come un lampo di perfetta autoconsapevolezza.
Non è la prima volta che mi succede.
Un pensiero rapido e tagliente, di una "chiarezza" quasi assoluta. 
Un dolore altrettanto repentino come se non ci fosse speranza per me, come se fosse impossibile per me scrollarmi di dosso tutto quello che mi ha fatto male.
Mi sembra di capire tutto esattamente in quell'istante ma chiaramente non è vero.
Rimango aggrappato al canotto del loro piccolo bambino con questo dolore in gola.
E ora mi viene da sorridere a come l'immagine renda bene l'idea di quello che provo io dentro. 
Prendo tempo e prendo fiato e penso che poi comunque un tentativo vale la pena di farlo lo stesso.
Che per quanto certe questioni rimarranno storte o irrisolte la cosa che mi importa è la voglia di provare a guardarci dentro. Anche se fa un male cane, anche se vorrei non esistessero nemmeno.
Questo pensiero spegne un po' il dolore, lo rende meno acuto. 
Gli da (forse) un senso.
Da fuori nessuno si accorge di nulla. 
A distanza di qualche ora dall'evento  mi chiedo come mai certi pensieri mi prendano così all'improvviso e come mai mi trovi a pensarli proprio in certi momenti, quando dovrei avere altro per la testa.
Di fatto non sono più abituato a stare in mezzo alla gente.
charlieboy