martedì 4 febbraio 2014

SpazioTempo

Il mio alter ego abita esattamente dirimpetto alle mie finestre. 
15 metri che mi permettono di attraversare lo spaziotempo e di vedere me tra 30 anni circa.
Ha le guance scavate, l'aria di uno che dorme poco. O male. O tutt'e due. 
E alto. Come me. Braccia lunghe. Come me. 
Capelli grigi. 
Non ci sono dubbi sul fatto che sono io da vecchio. 
Ogni tanto scosto le tende dalla finestra per sbirciare cosa fa'. E' in casa oppure è uscito? Il lavoro? Che lavoro fa? Domande che non hanno una risposta. O forse sì.
Succede di vederlo di spalle, parlare al telefono oppure in piedi, in bella mostra a fissare il televisore.
E' capitato più di una volta di scostare la tenda e di trovarlo lì, alla finestra del salotto mentre guarda fuori e poi guarda me. 
Anche per lui è un viaggio nel tempo, ma al contrario.
Vorrei chiedergli quello che vede. Vorrei chiedergli consigli. Vorrei sapere se vede talento, rimpianti, arroganza, imprudenza, errori, vie di fuga, speranza...
Lui ha negli occhi le stesse domande, vorrebbe chiedere all'io più giovane se è invecchiato bene, se sono orgoglioso di quello che è diventato, delle scelte fatte, dei percorsi presi, dei conti pagati, del fatto che sono passati tanti anni ma vive sempre da solo e da solo vaga, vive, sopravvive.
E' capitato di tenergli aperta la porticina d'ingresso, domenica scorsa, ritornavo da non so dove e lui tornava dal supermercato.
Un borsa nera nella mano destra una rossa in quella sinistra, cariche dalla spesa settimanale.
Anche io avrei dovuto fare la spesa, ma mi sono perso nelle mie solite cose. 
Lui invece no, evidentemente il mio io vecchio ha imparato ad organizzarsi.
Non ha proferito parola, gli ho spalancato la porta e lui è entrato. 
Almeno questo
glielo dovevo
charlieboy