mercoledì 4 giugno 2014

Storia nella bassa

mi si accendono idee come fossero luci su un albero di natale e ricalcano sempre , in qualche misura, le cose che mi sono sempre piaciute. Si tratti di montagna, arrampicata, bicicletta, musica, boxe oppure storia.
Come in questo caso.
La lampadina che si accende emana luce e scalda come una giornata di Luglio nella bassa padana. Chi c'è stato sa che cosa voglio dire. Quel caso afoso. Umido. Che ti si appiccica addosso. 
Ero nella casa di mia nonna, io poco più che ventenne, lei 80 anni circa. 
Generazioni a confronto. 
Usciti sulla facciata della casa di fronte alla strada parliamo del più o del meno.
Oggi, che non c'è più, mi sembra una cosa straordinaria anche se non ricordo nulla degli argomenti di discussione.
Lei in vestaglia e ciabatte, la divisa della donna di pianura insomma. 
E anche qui mi nascondo dietro la frase: "chi c'è stato, sa di cosa sto parlando".
In prossimità della rete che delimita la proprietà spunta il suo vicino di casa.
Il signor Ermanno, buonanima, è morto qualche mese dopo.
Il signor Ermanno è magro, un viso scavato, pochi capelli, baffi grigi, guance scavate. Indossa una canottiera e pantaloni corti.
Le vene gli solcano le mani e gli avambracci.
Ermanno ed io incominciamo a parlare del più o del meno, ricordo mia nonna Giovanna dire: "è fatto così, vuole sapere tutto". Detto rigorosamente in dialetto.
Mi stupisce una frase del genere detta da lei ma esprime bene le continue domande che le facevo riguardo al periodo della seconda guerra mondiale.
Una storia da scriverci un libro, sestogenita la Giovanna si trova a vivere una vita difficile che le plasma un carattere duro e ruvido. 
Difficile andare d'accordo con la Giovanna. Anche per me.
Ancora più difficile superare quello che ha passato lei.
Un fratello ucciso dai tedeschi, un altro invalido a causa della guerra, una sorella morta sotto un bombardamento alleato. Una morta di "crepacuore" una volta appresa la notizia della morte della sorella.
Non ci credete al "crepacuore"? Fate male, si chiama sindrome di Tako-Tsubo.
Sua madre che non si è mai ripresa dagli eventi bellici che hanno colpito la sua famiglia. Che hanno colpito le vite da lei stessa generate. E che l'hanno portata alla morte. Di li a poco.
Roba che mi viene il magone e le lacrime agli occhi.
Il signor Ermanno mi ricorda che la sua annata è stata una delle ultime alla chiamata alle armi, Lui che era del 1926.
Repubblichino, nella R.S.I. i volontari si selezionavano dicendo: "O ti arruoli o arrestiamo i tuoi genitori".
Il signor Ermanno si arruola. Nella bassa non ci sono posti dove nascondersi, come invece succede in montagna. [E non ci si può nascondere nemmeno oggi, ndr].
Finisce bersagliere a pattugliare le coste della liguria dove mi racconta due cose che mi stupiscono: 1) le coste liguri nel 1944/45 erano totalmente minate. Si temeva uno sbarco alleato. (Mai avvenuto). 2) mi racconta del suo stupore di 18enne alla visione del mare.
Per uno che era stato sempre nella bassa e che aveva confidenza con i fossi e al massimo con il fiume, doveva essere una vista straordinaria, mozzafiato.
Mi raccontava, senza fronzoli, ne retorica, come sanno fanno quelli della bassa, l'incanto di fronte al mare durante le guardie notturne.
Ricordo che mi diceva che, dotati di mitragliatrice, di tanto in tanto, sparavano qualche colpo con i proiettili traccianti, per solcare di verde il cielo notturno.
Dal mare era stato poi trasferito con la sua unità sul confine francese, perché si temeva uno sfondamento su quel settore. A parte gli scambi di cortesie con le artiglierie non era successo nulla e dalla valle d'aosta era ritornato al suo paese a piedi. Una volta cessate le ostilità.
Il suo volto e la sua cortesia nel rispondere alle mie domande me li ricordo bene. 
Come ricordo bene il volto di mia nonna.
Come ricordo il suo ultimo viaggio, mentre l'accompagnavo verso il cimitero. 
Ricordo di aver pianto intensamente, da solo, nella mia macchina e di non essermi fatto vedere da nessuno.
questo pudore
me l'ha insegnato lei
charlieboy

lunedì 2 giugno 2014

in sintesi

Non c'è nulla da dire: c'è solo da essere, c'è solo da vivere. (Piero Manzoni)