Sul lavoro procedo con il coltello tra i denti.
Meno fendenti.. alle volte a caso.
Il trigger scatta per niente ma significa che i tempi sono grami.
L'ambiente è fatto da persone viscide, unte, prostrate. Schifose.
Che il signore mi scampi da una fine di quel tipo.
Mi consolo riprendendo il discorso musicale che avevo abbandonato anni fa'.
Sono solo all'inizio ma magari ne tiro fuori qualcosa di gradevole per le orecchie.
Sorrido mentre sento Antonio Albanese che intervistato dice: "..in questa fase, c'è un sacco di gente che ha sfruttato il momento e si finge autorevole. E invece dice solo cazzate..."
Rido, di gusto.
Perchè è quello che mi sta succedendo sul lavoro.
però non mollo perchè mi hanno (già) rotto il cazzo
charlieboy
sabato 29 dicembre 2012
mercoledì 19 dicembre 2012
Non vorrei crepare
Scrivo...
cancello...
riscrivo...
faccio fatica in questo periodo.
Non vorrei crepare (B. Vian)
La fine del dolore.
Già.
la fine del dolore
charlieboy
cancello...
riscrivo...
faccio fatica in questo periodo.
Non vorrei crepare (B. Vian)
Non vorrei crepare
prima d'aver conosciuto
i cani neri del Messico
che dormono senza sognare
Le scimmie a culo nudo
divoratrici dei tropici
I ragni d'argento
dal nido pieno di bolle
Non vorrei crepare
senza sapere se la luna
sotto la sua falsa aria di moneta
ha un lato appuntito
Se il sole è freddo
Se le quattro stagioni
sono davvero quattro
Senza aver provato
a portare un vestito
lungo i grandi viali
Senza aver guardato
dentro a un tombino
Senza aver ficcato il cazzo
nei posti più impensati
Non vorrei crepare
senza conoscere la lebbra
o le sette malattie
che si prendono laggiù
Il bene e il male
non mi farebbero penare
Se sapessi
che ne avrò la strenna
E c'è anche
Tutto ciò che conosco
Tutto ciò che apprezzo
E che so che mi piace
Il fondo verde del mare
dove le alghe ballano il valzer
sulla sabbia ondulata
L'erba bruciata di giugno
La terra che si screpola
L'odore delle conifere
E i baci di colei
che questo che quello
La bella ecco
Il mio Orsetto, Orsola
Non vorrei crepare
Prima d'aver consumato
la sua bocca con la mia bocca
il suo corpo con le mie mani
il resto coi miei occhi
Non dico altro bisogna pur
mantenersi riverenti
Non vorrei crepare
prima che abbiano inventato
Le rose eterne
La giornata di due ore
Il mare in montagna
La montagna al mare
La fine del dolore
I giornali a colori
Tutti i bambini contenti
E tante cose ancora
Che dormono nei crani
di geniali ingegneri
di allegri giardinieri
di socievoli socialisti
di urbani urbanisti
e di pensatori pensierosi
Tante cose da vedere
da vedere e da sentire
Tanto tempo d'attendere
a cercare nel nero
E io vedo la fine
che brulica e che s'avvicina
Con la sua gola ripugnante
e che m'apre le braccia
Di ranocchia brancicante
Non vorrei crepare
Nossignore nossignora
Prima d'aver provato
il gusto che mi tormenta
il gusto più forte
Non vorrei crepare
prima di aver gustato
il sapore della morte...
prima d'aver conosciuto
i cani neri del Messico
che dormono senza sognare
Le scimmie a culo nudo
divoratrici dei tropici
I ragni d'argento
dal nido pieno di bolle
Non vorrei crepare
senza sapere se la luna
sotto la sua falsa aria di moneta
ha un lato appuntito
Se il sole è freddo
Se le quattro stagioni
sono davvero quattro
Senza aver provato
a portare un vestito
lungo i grandi viali
Senza aver guardato
dentro a un tombino
Senza aver ficcato il cazzo
nei posti più impensati
Non vorrei crepare
senza conoscere la lebbra
o le sette malattie
che si prendono laggiù
Il bene e il male
non mi farebbero penare
Se sapessi
che ne avrò la strenna
E c'è anche
Tutto ciò che conosco
Tutto ciò che apprezzo
E che so che mi piace
Il fondo verde del mare
dove le alghe ballano il valzer
sulla sabbia ondulata
L'erba bruciata di giugno
La terra che si screpola
L'odore delle conifere
E i baci di colei
che questo che quello
La bella ecco
Il mio Orsetto, Orsola
Non vorrei crepare
Prima d'aver consumato
la sua bocca con la mia bocca
il suo corpo con le mie mani
il resto coi miei occhi
Non dico altro bisogna pur
mantenersi riverenti
Non vorrei crepare
prima che abbiano inventato
Le rose eterne
La giornata di due ore
Il mare in montagna
La montagna al mare
La fine del dolore
I giornali a colori
Tutti i bambini contenti
E tante cose ancora
Che dormono nei crani
di geniali ingegneri
di allegri giardinieri
di socievoli socialisti
di urbani urbanisti
e di pensatori pensierosi
Tante cose da vedere
da vedere e da sentire
Tanto tempo d'attendere
a cercare nel nero
E io vedo la fine
che brulica e che s'avvicina
Con la sua gola ripugnante
e che m'apre le braccia
Di ranocchia brancicante
Non vorrei crepare
Nossignore nossignora
Prima d'aver provato
il gusto che mi tormenta
il gusto più forte
Non vorrei crepare
prima di aver gustato
il sapore della morte...
La fine del dolore.
Già.
la fine del dolore
charlieboy
sabato 1 dicembre 2012
Spumador
La cameriera serve al tavolo acqua frizzante S.Antonio, alla vista dell'etichetta si riaccendono un mucchio di ricordi legati a mia nonna, alla sua casa in campagna, al suo carattere, alla sua persona, ai pomeriggi passati a giocare nel giardino, a scavare la terra con gli attrezzi di mio nonno.
Ricordo il sole, il caldo umido della bassa padana, le zanzare, le api del vicino di casa apicoltore, mia sorella in bicicletta.
Ricordo il fresco della casa, sempre con le tapparelle abbassate, per non "far entrare il caldo", ricordo la gassosa S.Antonio che mia nonna versava in un bicchiere di plastica (forse Moplen?) che arriva dritto dritto dagli anni sessanta.
Ricordo la stufa, a legna e poi convertita a gas, il piano cottura che aveva almeno 40 anni, il televisore Mivar appoggiato sul mobile della cucina, posso sentire ancora l'odore di quella casa.
La cantina, la lavanderia, il rumore dall'aspirapolvere e mio padre, giovanissimo, capelli corti e biondi a petto nudo lavare la macchina.
Ricordo il "viaggio" da casa mia a casa sua, 15 km che mi sembravano un'eternità.
E mi ricordo di lei, in vestaglia, sulla porta di casa che ci salutava mentre ce ne andavamo o mentre cucinava gli gnocchi. Che erano una meraviglia.
Ricordo il suo carattere, aspro.
Ricordo di averla amata e odiata, come tutte le persone sempre presenti nella mia vita.
Ricordo di aver pianto da solo, al suo funerale, mentre in macchina seguivo il suo ultimo viaggio.
E poi l'ho vista la, incorniciata in una foto, in quel posto dove l'avevo accompagnata un sacco di volte.
Ricordo un senso di smarrimento alla notizia della sua scomparsa.
ricordo
charlieboy
Ricordo il sole, il caldo umido della bassa padana, le zanzare, le api del vicino di casa apicoltore, mia sorella in bicicletta.
Ricordo il fresco della casa, sempre con le tapparelle abbassate, per non "far entrare il caldo", ricordo la gassosa S.Antonio che mia nonna versava in un bicchiere di plastica (forse Moplen?) che arriva dritto dritto dagli anni sessanta.
Ricordo la stufa, a legna e poi convertita a gas, il piano cottura che aveva almeno 40 anni, il televisore Mivar appoggiato sul mobile della cucina, posso sentire ancora l'odore di quella casa.
La cantina, la lavanderia, il rumore dall'aspirapolvere e mio padre, giovanissimo, capelli corti e biondi a petto nudo lavare la macchina.
Ricordo il "viaggio" da casa mia a casa sua, 15 km che mi sembravano un'eternità.
E mi ricordo di lei, in vestaglia, sulla porta di casa che ci salutava mentre ce ne andavamo o mentre cucinava gli gnocchi. Che erano una meraviglia.
Ricordo il suo carattere, aspro.
Ricordo di averla amata e odiata, come tutte le persone sempre presenti nella mia vita.
Ricordo di aver pianto da solo, al suo funerale, mentre in macchina seguivo il suo ultimo viaggio.
E poi l'ho vista la, incorniciata in una foto, in quel posto dove l'avevo accompagnata un sacco di volte.
Ricordo un senso di smarrimento alla notizia della sua scomparsa.
ricordo
charlieboy
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