giovedì 5 aprile 2012

Are we human?

E' da un po' che ci sto pensando. E' da un po' che provo a scrivere un post che parli di quanto facilmente perdiamo pezzi di "umanità". E li perdiamo costantemente. Continuamente. Quotidianamente.
E' giusto da scene "quotidiane" che traggo spunto, mi fermo, ci penso su e penso che: "Ecco! E' di questo che vorrei scrivere".
Ma le sensazioni che ne derivano sono estremamente difficili da cogliere, da immortalare e da descrivere.
Sono sensazioni avvilenti, legate ad una profonda delusione nei confronti degli esseri umani (di cui faccio degnamente parte) e della loro fottuta capacità a perdere pezzi di "umanità" per strada.
E bada ben che per umanità non intendo un carattere "naturale" ma, bensì, una cosa che si costruisce con il tempo e che si concretizza appieno nella persona adulta. Formata.
Ecco allora che l'uomo d'affari che salta la fila alle poste, la donna anziana che ti scuote la tovaglia sulla testa proprio mentre passi sotto il suo balcone, la vicina di casa che alza la voce pensando di avere "più" ragione, le insignificanti ripicche lavorative e tutte le piccole scene di cattiveria quotidiana diventano delle rasoiate, delle stilettate.
Già.
Perchè?
Perchè ce le potremmo risparmiare. Evitarle naturalmente, senza bisogno neanche di pensarci su. Semplicemente rimanendo pacifici. E per pacifico, non intendo coglione.
Ecco, è a questo che mi riferisco quando dico, e penso, sempre più spesso, che l'umanità la perdiamo per strada. La perdiamo sempre di più per strada.
Non so perchè lo noti così tanto e, sinceramente, non so neanche perchè mi infastidisca così tanto.
Ma vedendo questi atteggiamenti ho l'impressione che, facendo così, tutti si perdano qualcosa.
Si perdano un sorriso, una parola serena e sincera, una sensazione, solo una sensazione di non essere così soli. 
Ecco, forse è proprio questo il punto, la perdita dell'umanità mi da' fastidio perchè ci rende decisamente più soli.
Non ho soluzioni ne terapie, solo la consapevolezza che pur non facendo così, tocca, per me, tutelarmi da questa sensazione, per non correre il rischio di avere amaro in bocca per tutta la giornata.
Le situazioni, ripeto, sono costanti, sotto gli occhi di tutti. Però fa' più comodo girarsi dall'altra parte e pensare che "al suo posto avrei fatto molto meglio".
Per poi accorgersi, sempre più spesso,
che non è così
charlieboy

Nessun commento:

Posta un commento