martedì 19 giugno 2012

lontano

Ultimamente lavoro tanto.
Il che è indice che la mia qualità di vita ha subito una flessione.
Poco tempo per me. Poco tempo per quello che mi piace fare.
Disprezzo radicato, motivato e profondo per i "capi".
Immani e possenti teste di cazzo che pensano di poter "coordinare" gli altri, qualcuno usa il denaro come specchietto per le allodole, qualcun'altro i ricatti, qualcun'altro ancora "l'etica" del "bisogna fare".
Fare che?
Ma andate a cagare per favore.
Questa gente del cazzo avrebbe dovuto risolvere i suoi problemi in età più giovane e invece ha preferito farli sedimentare fino a farli diventare irrisolvibili.
Gli workaholics hanno poi questi gravi problemi di sentirsi in dovere (forse diritto) di rompere il cazzo agli altri.
La cosa che mi consola è che è gente mossa da insoddisfazione perpetua perchè è la prima ad essere insoddisfatta di se stessa.
Si ma sticazzi, da gente di 50 e passa anni pretendo, esigo, molto, molto di più.
Stabilità dal punto di vista psicologico, buon senso, capacità lavorative ed organizzative.
E invece no, impartire ordini solo perchè si occupa un posto in una scala gerarchica.
Sarà che ho grossi problemi con il potere, ma che due coglioni ragazzi.
Io di sopportare queste nullità già non ne posso più.
E per il resto sono "lontano".
Lontano dalle emozioni, da ciò che "dovrei sentire" e che non sento.
Insomma mi sento molto ovattato.
Le sensazioni sono attutite, le cose non toccano sul vivo, indice che in "difesa" sto lavorando parecchio bene.
E poi lei che avrebbe bisogno di più di quello che so dare io adesso.
Mi chiedo se sono ancora in grado di condividere qualcosa
con qualcuno.
charlieboy

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