domenica 1 luglio 2012

vie complicate

Nel trascinarmi di questi giorni riesco ancora a prendere fiato quando leggo qualcosa che si avvicina molto a quello che penso io.
E mi consolo. E mi sento meno solo.
E mi sembra di inspirare un po' di "giustizia", termine di cui faccio ampio utilizzo e del quale  non conosco il 100% del suo significato.
Ciò che copio e incollo si trova su wikipedia e lo disse un grande della montagna: Walter Bonatti.
E' morto meno di un anno fa' il Walter, se n'è andato rapidamente, come lo stile alpino che aveva adottato.
In leggerezza approcciarsi ad una parete, inseguirla, giungere in cima e scendere.
Il più rapidamente possibile.
Ha fatto cose negli anni '60 che sono proibitive per tantissimi alpinisti dei giorni nostri.
Così rispondeva riguardo ai fatti che lo videro protagonista nella spedizione per la conquista del K2.
Ciò che disse potrebbe essere messo a completamento del post: "la terra dei cachi".

Non m'interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos'era la cattiveria, ma ignoravo l'infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull'uso delle bombole, delle maschere, sull'orario del balzo finale alla vetta. Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l'uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l'ora in cui dettero l'assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l'impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari. Ne abbiamo fatto una montagna di merda, coperta di menzogne, perfino la stampa straniera ci chiede "perché?". E tutto questo perché non riusciamo ad essere un paese pulito, dobbiamo strumentalizzare le occasioni, la verità, sporcare gli uomini. L' Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi, dove il sogno di Desio doveva restare immacolato. Dove solo io potevo essere infangato, disprezzato, accusato. Non solo, ma qualsiasi controversia non viene mai affrontata, si preferisce accantonarla, non prendere la responsabilità di una scelta. Mentre oggi agli idoli sportivi imbottiti di droga tutto viene perdonato perché sono l'immagine del paese. E se solo guardo quello che passa in tv mi viene schifo: quelle persone sull'isola, che si fanno riprendere, quella buffonata. Con quale rispetto verso i padri dell'avventura, verso chi ha cercato frontiere e parole nuove come Melville, Jack London e Stanley? Io sul K2 in una notte del '54 sono quasi morto, ma quello che mi ha ucciso è questo mezzo secolo di menzogna. Ho urlato così tanto quella notte nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare [...].

Non riesco ad aggiungere nulla.
Pennellate di disprezzo verso la realtà che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
e che non facciamo nulla per cambiare
charlieboy

http://www.youtube.com/watch?v=GMcuOdfdJXk&feature=fvwrel
(la meravigliosa via Bonatti Ghigo. Grand Capucin. Monte Bianco)

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