domenica 10 marzo 2013

ad aspettare

vedo i miei rimpianti da lontano.
Come se appartenessero a qualcun'altro o meglio, come se non mi appartenessero più.
Mi resetto su ritmi di vita decisamente più "sani" e la sera, a letto con l'abat jour accesa, fisso il soffitto e mi fermo a pensare a quello che non sento più.
Come se l'avessi perso per strada, come se non facesse più male, come se, in modo del tutto incosapevole l'avessi risolto.
Alle volte rispiegarsi il perchè di certe cose è troppo complicato, è troppo lungo o semplicemente richiede troppe parole.
Anni e persone scivolate via, manco si trattasse che di pochi fotogrammi.
Guardo avanti e non c'è preoccupazione, ma solo un serenissimo punto interrogativo.
Nonostante lavori e nonostante sia già parecchio incasellato nella spirale lavoro-denaro affermo che non so ancora assolutamente cosa fare della mia esistenza.
Conduco la mia quotidianità o è la quotidianità a condurmi? Il dubbio è presentissimo.
Tengo aperti certi spiragli.
Altri li chiudo senza alcun dubbio.
Ho sempre l'impressione di vivere
aspettando sempre qualche cosa
charlieboy

2 commenti:

  1. "Everyone I know
    goes away
    in the end"

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  2. "If I could start again
    A million miles away
    I would keep myself
    I would find a way"

    Non la conoscevo.
    Grazie.
    charlieboy

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