sabato 23 agosto 2014

agosto

Finisco di lavorare un'ora e mezza dopo l'orario stabilito.
Esco ed è tutto buio. Cazzo il tempo passa e in un luogo senza finestre si immagina che fuori ci sia sempre il sole. Peccato.
Faccio per andare a recuperare il mezzo.
Mi ricordo a metà strada che invece al lavoro, oggi, ci sono andato a piedi.
Volto i tacchi.
Mi dirigo all'uscita.
Passo la sbarra, percorro un viale stretto malamente illuminato.
Guardo l'orario. Le 22.06.
Imbocco un vialone con marciapiedi ampi e tanti alberi.
Due tizi, forse, inglesi mi chiedono informazioni, gentilmente rispondo.
Supero una macchina nera con a bordo una ragazza niente male.
Incrocio una famiglia di rumeni, madre, padre e figlia adolescente.
Non parlano italiano, la madre sembra discutere con la figlia.
Supero un incrocio, poi dei lavori in corso.
Per strada nessun'altro.
Solo io.
Nessuna macchina.
Mi pare di essere catalputato in uno di quei set cinematografici estremamente realistici ma deserti, tra un ciak e l'altro.
Mi godo passo passo ogni metro del set.
Le luci arancioni, l'aria tiepida.
Tutto perfetto.
Attraverso la strada ma me la prendo comoda, doso i passi e i movimenti e indugio nell'attraversamento. Tanto per restare un po' di più in mezzo alla strada.
Supero un altro incrocio, un cavalcavia, un altro viale.
Nessuno. Niente pedoni. Niente macchine.
Sorrido, ascolto la musica nelle cuffie e scorreggio allegramente.
E per ogni scorreggia me la rido di gusto.
Un set a disposizione e lo utilizzo per riempire l'aria dei miei gas.
Agosto è anche questo
charlieboy


Felicità
è star da solo d'estate
nella città deserta
sulla tazza del cesso
con la porta aperta
           
Dino Risi


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