sabato 8 settembre 2012

Dignità n° 2

Oggi sono stato al ristorante con il mio vecchio.
Era un sacco che con lo vedevo.
Era tanto che non ci facevo 2 chiacchiere.
Mi ha fatto piacere.
Niente di che.
Però è qualcosa di nuovo. Di diverso.
E penso che è da lui che ho imparato il senso di dignità.
Dignità che arriva dritta dritta dai campi della pianura padana.
Dal raccogliere quello che semino.
Dall'avere il coraggio di guardarmi sempre in faccia.
Dall'essere autocritico.
Dal pudore di non svendermi.
Dal pudore di non vendermi.
Dal coraggio di essere quello che sono, anche se alle volte i lati negativi superano, e di gran lunga, quelli positivi.
Eppure è così che mi piace essere e provo un conforto ed un compiacimento micidiale nel vedere sul lavoro quelli che così non sono.
Leccaculismo, doppiogiochismo, falsità, incapacità professionale, miseria umana.
Tutte cose che si stratificano più si alza il livello.
Più il quadro diventa dott. rag. geom. grand. figl. di putt. più queste caratteristiche si presentano.
Ma è questo il modo di fare?
Se è così allora sono condannato a non contare un cazzo per tutta la vita :)
E lo dico sorridendo, senza autocompiacimenti.
Il lavoro è popolato di gente così, quelli che ti vogliono dire quello che devi fare e quelli che invece stanno zitti perchè si sa mai... metti il caso che... metti che succede che... o semplicemente.. perchè mi fa' comodo così.
Così non mi va.
Non cerco alleanze.
Non cerco sgravi fiscali.
Dico quello che penso.
Costi quel costi.
Anche se tutti me lo sconsigliano.
Infin dei conti.
non me ne frega un cazzo
charlieboy

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