lunedì 26 settembre 2011

Passività

Week end filato liscio dopo una settimana che mi è volata!
Lo dico volentieri. Venerdì di lavoro e poi via, pronto per la seratona. Cena con amico commercialista (i commercialisti possono anche essere amici?) e poi tanto delizioso Gin Tonic. Mi sono risvegliato nel mio letto senza ricordare quasi niente. Un'ingranata così ci voleva proprio. Era da un bel po' che mi comportavo da bravo ragazzo.
Il sabato niente hangover, niente mal di testa, niente di niente solo che mi è piombata addosso la mia proverbiale "passività". Allora, e lo so già, il divano diventa il mio piccolo, odioso mondo. Mi ritrovo a sbavare di fronte alla tele, a farmi bombardare di informazioni. Prima il gran varietà sportivo con tutti i mondiali di ciclismo dal 1970 al 2010 poi il documentario con K.Branagh sulle imprese di Shackleton poi i mondiali di ginnastica ritmica.
Sarà ma tutta sta cultura e tutto sto sport mi hanno messo addosso un sonno e.. sono crollato.
Una giornata buttata nel cesso. E pensare che potevo prendere la moto, la bici, un giro in centro, invece niente. Sul divano ad aspettare il niente, a pensare che mi sarebbe piaciuto cercare qualcuno/a per uscire, fare un giro e invece, nulla. Non ho fatto nulla. Parafraso qualcuno che ne sa più di me e che una volta mi ha detto: "Dietro la passività si nasconde una grande sofferenza", impigrirsi, annoiarsi serve solo a ricoprire questo malessere, per non farlo uscire.
Sono d'accordissimo con queste parole, perchè é quello che succede a me. I motivi li conosco (se non tutti, almeno in parte) ma, cambiare attitudine, invertire la rotta, è difficile. Infin dei conti ho selezionato quest'atteggiamento in 30 anni. Il punto è che ora ho un grande vantaggio, il background, il "perchè" delle cose in buona parte lo conosco già. Superarle è tutt'altro che scontato. Staremo a vedere.
La verità è che momenti come questi mi hanno sempre accompagnato. Me la ricordo la noia dei miei vent'anni, tutto teso ad aspettare che qualcosa che mi piovesse addosso.
La solitudine allora me la sono fatta bastare, ne ho fatto un cavallo di battaglia, come se ci volesse chissà quale capacità a stare soli. Quante stronzate... La verità è che stare solo non mi piace, che vorrei avere una persona al mio fianco, da stringere, per parlare, per cercare di farmi capire. Ora lo so. Prima lo rinnegavo. Come se fosse questione di coerenza o di forza.
Oggi come oggi mi riscopro fallibile, incoerente, non particolarmente forte e neanche così intelligente come pensavo. Eppure è un ottimo punto di partenza. E guai se non fosse così. Ora queste cose le accetto. Non sono queste le cose che mi rendono "speciale" e che invece un tempo pensavo fossero le sole cose importanti.
Mi manca una donna. Ed è nei miei momenti di passività che emerge questo. Affiora questo pensiero, ma non fa male, è annebbiato da tutta la noia, dalla diffidenza. Lo sento ma sembra distante, lontano, una voce lontana nella nebbia. E invece dovrebbe fare male, darmi lo scossone per dire: "Fai qualcosa, muoviti". E invece no. La risultante è l'inazione, il che cosa lo fai a fare, o il: "lo faccio dopo".
Come fare a capire che passo un periodo così? Semplice, il divano diventa l'epicentro della mia vita, a lato, si accumulano in ordine sparso generi di prima necessità, per fare un esempio volto lo sguardo e vi descrivo quello che vedo: un vasetto di yogurt yomo, due vasetti di olive taggiasche, uva, contenitori vuoti per il sushi, salsa di soia (ma non va in frigo??), tappo di sughero, succo di frutta, bottiglia di grappa, bicchiere di vino, bottiglia d'acqua.
E' in mezzo a questo casino che cerco di ricompormi. Quando passa? Semplice, quando metto tutto in ordine!
Io non sono pazzo :)
Buonanotte.
charlieboy

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