lunedì 28 novembre 2011

Mother & Nature

Qualcosa che ha a che fare con l'accontentarsi. Con il gettare la spugna. Con l'arrendersi. Scegliendo la strada in discesa. Quella più facile. Quella più sicura. Quella che è meglio. Per ora.
Già per ora. Mica per sempre.
Scelte facili e di comodo ne ho sempre fatte. Su temi delicati. Su cose che sto cercando di superare. Di risolvere. Il rapporto con i miei soprattutto e con mia madre in primis.
Tutte le sue stronzate e le sue aspettative riversate addosso come un fiume in piena. Prima subite. Poi soddisfatte. Adesso?
E' un po' che non è più così. Odio profondamente questo suo atteggiamento e di questo suo continuo scaricare le sue stronzate addosso  agli altri. Al marito. Ai figli. Al prossimo.
Odio i suoi discorsi creati ad hoc per vantarsi di questa cosa o di quell'altra. Non sopporto la sua incoerenza. La sua ipocrisia. La sua ansia. La sua paura. Contagiosa come il morbillo. E' riuscita ad infettare tutti. Però si riesce a guarire.
Quello che le sto servendo è un piatto freddo che si chiama indifferenza. Evito i contatti. Non la cerco. Quando ci vediamo la guardo il meno possibile negli occhi. La mia personale rivalsa. Il mio modo di fargliela pagare.
Non puoi mica pretendere di atteggiarti in un certo modo e di non pagare il biglietto.
Se riesco a superare questa fase, cosa che coincide con una riconciliazione (anche se dubito fortemente che lei possa mai arrivare all'insight di queste argomentazioni), signficherà che probabilmente ho risolto un problema che lei non è riuscita a risolvere. Che forse non si è mai posta. Ma che sicuramente ha subito, sentito e che mi ha scaricato addosso. Come un barile di merda.
Spezzare questa catena malsana di eventi mi sembra doveroso.
L'amico Alexander Lowen mi sta dando un sacco di ottimi spunti.
Mi ci sto impegnando.
Per me. Primaditutto.
Sono io che ci perdo.
Sono io che ha una vita di relazione da schifo.
Anzi. Inesistente.
Sono io che soffro per questo.
Sono io quello che ha paura delle donne.
Sono io quello che non le cerca e che le ha provate tutte per non desiderarle.
E invece il desiderio rimane.
Però non è giusto pensare ad una compagna come completamento di quello che mia madre non è stata per me.
Non so di chi sia stata la colpa. Forse le mancanze sono state consensuali ma il risultato ha deformato me. Non lei.
Sono io quello che sta pagando adesso.
E non mi va' più.
Voglio una vita di relazione normale.
E' quello cui aspiro. Perchè adesso non ce l'ho.
Vado a cercarla.
charlieboy

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