martedì 20 dicembre 2011

La dolce vita

C'è una fonta inesauribile di ispirazione. Esiste. E' qualcosa di estremamente prezioso. Utile.
E' l'esempio fornito da quei personaggi (e ce ne sono tanti) che hanno saputo vivere in anticipo, o per meglio dire, vedere in anticipo le cose. Gli avvenimenti.
Come se avessero una spiccata sensibilità per l'evoluzione naturale delle cose, come se, avessero percorso prima una strada che nessuno vedeva, ma che sarebbe stata poi percorsa dai più.
Non mi riferisco a un fenomeno in particolare, ma ad un modo di vivere le cose, le situazioni, la vita.
Ecco, è proprio questo il punto, quelli che "c'hanno visto lungo", "c'hanno visto lungo" nella vita, non solo (o non per forza) in un'attitudine particolare.
Tutto qua.
Già, ma non è mica facile.
Anzi. E' tutt'altro che facile.
Il comune denominatore tra questi personaggi (siano essi scrittori, attori, scienziati, registi, poeti ecc...) sembra essere non solo un talento naturale verso una certa pratica, non solo la dedizione con cui essi la utilizzavano, non solo l'estrema, apparente facilità con cui sviluppavano il loro lavoro, ma, la gioia, la felicità che da esso ne derivava.
E' chiaro che tra i tanti esempi che ho in testa non ci sono solo persone "felici" ma quello cui mi riferisco io, non è solo la felicità dei sorrisi, del ridere, del benessere, ma è quel qualcosa di più intimo, magari più sfumato, di sottofondo, ma che ti accompagna a lungo, durante gli anni, i decenni, la vita.. forse.
Ecco allora che le cose si fanno più chiare, la felicità, o almeno questo concetto di felicità, appartiene effettivamente a tutti questi "fuoriclasse".
"Fuoriclasse" forse proprio per questo. Per la capacità di saper esprimere al meglio certe cose e, assolutamente non in secondo piano, la capacità di farsele bastare.
Farsele bastare abbastanza a lungo per rimettere in moto la macchina, e per provare a generare qualcosa di nuovo, qualcosa di più appagante.
La semplicità nel fare, la capacità di generare stimoli nuovi, il coraggio di farseli bastare, sono forse gli elementi più importanti ed indispensabili per sviluppare e mantenere qualcosa che, forse sbagliando, chiamo "felicità".
E' molto simile a quel "viaggiare leggeri" di cui parlavo tempo fa', è più di un modo d'essere, è più di una fase, è più di un cambiamento, è qualcosa che si sviluppa nel profondo, perchè dal profondo trae continua energia, rinnovamento.
Al contempo è qualcosa di molto conscio, consapevole, gestibile, dosabile.
E' qualcosa di cui ci si accorge. Come una presenza benevola. Come un amico. Un compagno di viaggio.
L'arte di sapersi accontentare.
buonanotte
charlieboy

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