martedì 6 dicembre 2011

Tachicardia

Lo scritto che era ancora estate. Lo posto solo ora.
L'ho riletto e mi ha fatto ritornare in mente l'accaduto.
L'ho riletto e mi è venuto da sorridere :)

Per tachicardia si definisce non una malattia ma bensì una condizione in cui il cuore batte di più. Di più di cosa? Bè, di 90 bpm.
La tachicardia in se e per se non significa nulla ci vuole sempre qualcosa per spiegarla, per darle un senso, per giustificarla.
E' una cosa che è condannata sempre ad essere associata a qualcos'altro. Come se da sola non bastasse, non fosse sufficiente.
Saranno dieci anni che mi capita, anzi, Ve lo posso dire con assoluta precisione, è da Ottobre del 2000 che mi succede. Che cosa? La tachicardia. Quante volte mi succede? Ultimamente sempre di meno, però oggi è capitato di nuovo, dopo un anno abbondante.
Mi prende sempre così, d'improvviso, quando sono per strada e penso a tutt'altro, magari, come oggi, quando aspetto l'autobus, maledicendolo perchè mi sono francamente rotto i coglioni di aspettarlo. Poi sollevo la testa dal cellulare (strumento che aiuta a mitigare il mio senso di solitudine) e la vedo.
Già, li davanti che cammina bella come sempre. A pensarci bene non so che la renda così bella ai miei occhi. Però sono 11 anni che ogni volta che la vedo lei la innesca.
Allora la sento, rapida e inevitabile, sento questa cosa che pulsa nel petto, bum bum bum bum... cazzo ogni volta che la vedo. E ogni volta mi stupisco.. ma perchè mi succede questo? Perchè mi devo sentire così?
C'ho provato a rispondere a queste domande ma zero, niente, nulla che mi soddisfi davvero. E non è vero che sono innamorato e non è vero che è la donna della mia vita e non è vero che è il colpo di fulmine e non è neanche il mistero che può avvolgere il fatto di non averla mai conosciuta fino in fondo.
Non so cos'è ma con lei è sempre stato così.. e sempre lo sarà mi viene da pensare.
La reazione è sempre quella, mi spavento perchè mi spaventa la reazione che si scatena. Allora abbasso gli occhi, mi guardo le scarpe bianche e spero che svanisca, si dissolva il più rapidamente possibile. Però non ci devo credere troppo perchè la testa la rialzo quasi subito e la cerco con lo sguardo mah... cazzo è sparita davvero!
Invece no, sta attraversando la strada, caspita, il cuore batte ancora forte, ma perchè?
Poi estrae una mano dalla tasca, la solleva e mi mostra il palmo bianco. Mi sta salutando? Sì cazzo mi sta salutando, allora mi ha riconosciuto!
Ancora la tachicardia, sempre lì a farsi sentire, a pompare inutilmente un sacco di sangue, mi metto ben dritto con la schiena, accenno un sorriso ma il sangue a disposizione deve essere troppo e l'accenno diventa un sorriso vero e proprio, felice, sincero. Le mostro tutti i miei denti, però non mi guarda.. c'è qualcosa che non va'. Allora mi accorgo che non sta proprio guardando nella mia direzione. Osserva l'auto sulla sua sinistra. Un Renault rossa, di quelle fatte a furgoncino. Lei sorride ancora e ringrazia l'autista per averla fatta passare.
Ammetto che l'ho invidiato. Ammetto che avrei voluto essere l'autista per godermi quello spettacolo! Anche se è durato il tempo di un cenno. Niente di più.
La tachicardia si mantiene, oramai non ci bado più, non mi da' più fastidio. Riabbasso gli occhi e penso che forse ha senso sperare, magari ha attraversato per venire a prendere il bus. Allora si che mi riconoscerà e finalmente potrò chiederle: “Ciao come stai? Ho saputo che eri in quello sperduto paese africano per fare un'esperienza lavorativa! C'era anche una mia amica con te. Allora, racconta un po'!?”
Già, parlarle un po', questo sarebbe più che sufficiente, specie ora che alla tachicardia mi ci sono abituato, che non da' più fastidio, che non mi tronca più il fiato.
Allora stringo il mio portafortuna, già, in tutto questo non ho trovato altra idea idiota che stringere il mio portafortuna. E allora sì, ci credo, adesso spunterà, e io farò finta di essere sorpreso, di non averla vista, farò finta di avere una frequenza cardiaca accettabile, la frequenza cardiaca di quelli che se ne stanno belli tranquilli, di Venerdi 17, ad aspettare l'autobus, confidando che non succeda nessuna disgrazia , sperando di non vedere gatti neri, evitando di passare sotto le scale e stando ben attenti a non rompere nessuno specchio.. percaritàdiddio.
E invece niente, non spunta; qualche istante prima il desiderio che svanisse (disatteso), qualche istante dopo il desiderio di vederla materializzare lì di fronte a me (anche questo disatteso).
Mi alzo impaziente ma lei ha preso l'altra strada, quella che la porterà lontano da me. Chissà dove sta andando? Chissà com'è andata in Africa? Chissà se mi ha riconosciuto? Nessuna risposta. Solo la mia frequenza cardiaca che scandisce queste domande al ritmo di una hit disco-dance.
Poi arriva l'autobus maledetto. Il numero 3. Quello di sempre. 3 fermate e sono a casa.
Dissimulo l'agitazione, come se non fosse successo niente. Perchè non dovrei farlo? Sono undici anni che ci convivo con questa roba.
Il fermo immagine però è fisso nella testa, tu con i tuoi occhiali, con la tua maglietta rosso scuro, i tuoi jeans un po' larghi e il tuo sedere alto che mi saluti. Chissà quando tornerà a farmi tachicardizzare? Ora che la frequenza è tornata a livelli basali ne sento già un po' la mancanza.
Cose che succedono di Venerdì 17 mentre aspetti l'autobus numero 3 a P.  

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